Riconversione a gas di Tvn: è coro di no
CIVITAVECCHIA – Una bocciatura secca quella della proposta avanzata da Enel di riconvertire a gas la centrale diTorrevaldaliga Nord. Tema centrale oggi nel dibattito cittadino, facendo registrare diversi interventi.
Il candidato sindaco del centrosinistra Carlo Tarantino contesta innanzitutto il metodo. «Non si può pensare che decisioni di tale natura- ha spiegato – possano essere assunte senza il coinvolgimento a tutti i livelli della città e quindi non siano precedute da un dibattito ampio tra le forze rappresentative: enti locali, partiti, sindacati, associazioni». Entrando poi nel merito della proposta, per Tarantino continuare a utilizzare i combustibili fossili per la produzione energetica appare anacronistico. «Una strategia di fuoruscita dal carbone deve essere incentrata su un asse strategico alternativo all’attuale – ha aggiunto – abbandonare il sito come luogo di produzione per riconvertirlo in luogo di ricerca, di sperimentazione per attività pulite e compatibili con un diverso modello economico che costituisce l’antica aspirazione della città, che veda la valorizzazione delle sue risorse endogene: porto, attività termali, turismo, riqualificazione dei servizi, ricerca e sperimentazione».
Sulla questione anche Potere al popolo dice la sua, definendo urgente «costruire momenti di confronto e mobilitazione collettiva che inchiodino Enel alle sue responsabilità e gli imponga un nuovo piano industriale capace di investire ingenti capitali con l’obiettivo di trasformare Civitavecchia in un grande polo di ricerca e produzione energetica legato solo ed esclusivamente alle fonti rinnovabili. Dopo decenni di inquinamento la città ed il suo comprensorio non meritano di subire una situazione peggiore di quella attuale ed è per questo che, in continuità con l’azione che abbiamo portato avanti fino ad oggi, torneremo a mobilitarci per la difesa dei posti di lavoro e contro l’utilizzo di tutti i combustibili fossili a partire dal carbone di Tvn che, ribadiamo, va messo al bando entro e non oltre il 2025». Perché il rischio, secondo Pap, è che «Civitavecchia continuerà a subire la presenza ingombrante di un’enorme fonte inquinante perdendo ricchezza e posti di lavoro».