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Grande partecipazione alla Giornata Mondiale degli Oceani

Grande partecipazione alla Giornata Mondiale degli Oceani

Bambini e volontari a lavoro ieri a Torre Flavia per la pulizia delle spiagge dalla plastica. Il presidente AMI, Alessandro Botti elogia la città di Ladispoli per la sensibilità al tema

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di SONIA BERTINO

LADISPOLI – Ogni anno l’Italia consuma unidici miliardi di PET (il materiale con le quali sono realizzate la maggior parte delle bottiglie di plastica in vendita ad oggi), piazzandosi al secondo posto per consumo di plastica dopo il Messico (prima in classifica). Un dato allarmante se si considera il lungo, lunghissimo, periodo di tempo necessario affinché una bottiglia di plastica monouso si degradi. Un dato allarmante su cui l’Ami, Ambiente Mare Italia, ha puntato i riflettori ieri nell’arco del meeting per la Giornata Mondiale degli Oceani presso lo stabilimento La Baia a Ladispoli. «Siamo davanti a un’emergenza globale», ha spiegato il presidente dell’Ami, Alessandro Botti che ha illustrato i risultati della ricerca “MedSeaLitter” finanziato dalla Comunità Europea e che si è occupato della quantificazione della plastica presente in mare. Secondo lo studio effettuato è infatti emerso che l’80-90% dei rifiuti galleggianti, quantificati in due anni in oltre 20mila chilometri di Mediterraneo percorsi, sono polimeri artificiali, quindi plastica. Tra Capraia e la Corsica è stata addirittura individuata una vera e propria isola di plastica che va a danneggiare l’ecosistema marino non solo per i danni che causa all’habitat lì presente (la luce solare non riesce a passare) ma anche sui pesci che purtroppo si ritrovano ad ingerire i rifiuti. Se la situazione non dovesse mutare, come spiegato da Botti, nel 2050 in mare ci sarà «tanto pesce quanta plastica». È per questo che bisogna fare qualcosa e bisogna agire subito. I promotori del progetto europeo risponderanno a questa vera e propria emergenza con «un protocollo – ha spiegato il capo del settore Comunicazione e reti d’informazione della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, Claudia De Stefanis – condiviso tra i vari Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, per monitorare i rifiuti solidi galleggianti, in modo da elaborare strategie comuni di risposta al problema». E una di queste strategie sarà quella di dire stop, a partire dal 2021, a tutta la plastica monouso. Ma questo da solo non basta. Alle 4 R dei rifiuti (riduzione, riutilizzo, riciclo, recupero), il presidente dell’AMI ne aggiunge una quinta: ricerca. «Bisogna sviluppare e incentivare i giovani ricercatori affinché il problema venga risolto». Importante è anche la sensibilizzazione dei bambini, della collettività in generale, passando anche dalle amministrazioni comunali. E in questo senso, il comune di Ladispoli, come evidenziato proprio da Botti sta già andando in questa direzione. Ne sono un esempio l’ordinanza anti fumo sulla battigia e che dal prossimo anno sarà esteso a tutte le spiagge libere, e l’impegno da parte di associazioni di volontariato e gestori degli stabilimenti balneari in tal senso. Con i volontari che quotidianamente si impegnano nella pulizia degli arenili dai rifiuti abbandonati da incivili e trasportati dalle correnti marine, e i gestori degli stabilimenti balneari come il Malibù Beach e La Baia che hanno deciso di intraprendere un percorso virtuoso per dire addio alla plastica monouso. E poi ci sono i bambini, gli adulti del domani. I più sensibili alla problematica e che sicuramente con i loro piccoli gesti quotidiani, appreso il problema dell’inquinamento, riusciranno a sensibilizzarsi e a sensibilizzare le famiglie.

 


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