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Usi civici e trasparenza, l'Agraria fa chiarezza

Usi civici e trasparenza, l'Agraria fa chiarezza

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CIVITAVECCHIA – In merito alle dichiarazionidei Consiglieri dell’Università Agraria Erminio Pepe e Stefano Godani, riportate sul numero del quotidiano “la Provincia” uscito il 14 giugno scorso, è opportuno e anzi doveroso precisare in merito quanto segue.
Per quanto riguarda la sentenza decisa il 20 maggio 1993 dalla Sezione Speciale Usi Civici della Corte d’Appello di Roma, essa non riguarda una inesistente “tenuta Antonelli”, ma alcuni ben determinati terreni rivendicati come liberi da usi civici dai due appellanti, Giacomo Antonelli e Antonio Antonelli. 
La sentenza in questione non pronuncia nel merito, ma dichiara inammissibile l’impugnazione proposta dai due Antonelli perché quegli specifici e determinati terreni, secondo quanto si legge in sentenza, ricadevano all’esterno del perimetro della tenuta “le Mortelle”, come – con riguardo a quei terreni e solo ad essi, esclusivo oggetto del giudizio di appello in questione – fu riconosciuto dall’Ente Agrario. 
Ne consegue che la sentenza in questione, diversamente da quanto taluni lasciano intendere, non ha e non può avere alcuna rilevanza oltre quegli specifici e determinati terreni per i quali fu proposto l’appello degli Antonelli, tanto più che tali terreni furono ritenuti esterni alla tenuta delle Mortelle e, perciò, non interessati dalla sentenza commissariale del 1990 su detta tenuta. 
È opportuno altresì precisare – a fronte di conseguenze suggestive e infondate che taluni ritengono di trarre dalla sentenza in questione – che la sentenza emessa nel 1990 dal Commissario Usi Civici di Roma e pubblicata il 24 febbraio di quell’anno pronunciò, come si evince senza possibilità di dubbio dal suo dispositivo, sull’intera tenuta delle Mortelle, e che fu emanata a conclusione di un procedimento nel quale erano stati chiamati in causa i possessori di tutti gli appezzamenti nei quali la tenuta era suddivisa all’epoca in cui il giudizio fu intrapreso. 
Non meno fuorvianti sono gli altri richiami presenti nell’articolo ad atti e documenti asseritamente rilevanti in merito alla questione della natura giuridica delle terre della tenuta delle Mortelle. 
La sentenza commissariale relativa al Comune di Vitorchiano, richiamata nell’articolo, ha ribadito il principio che la vendita di terreni all’asta per l’estinzione dei debiti comunitativi sotto l’impero dello Stato Pontificio non comporta il venir meno dei diritti di uso civico, come già precedentemente stabilito dalla giurisprudenza. 
La sentenza emessa nel 1916 emessa dalla Giunta d’Arbitri in una controversia con i marchesi Guglielmi è stata superata dalla successiva conciliazione stipulata nel 1929 con i Guglielmi, la quale ha riguardato solo parte del comprensorio di cui si tratta e comportò peraltro l’attribuzione di parte delle terre dei Guglielmi alla proprietà collettiva gestita dall’Ente Agrario. 
La consulenza tecnica espletata nel procedimento commissariale dal dottor Notari riconosce l’originaria natura civica della tenuta delle Mortelle, ne afferma che in prosieguo di tempo essa abbia perduto tale natura in forza di atti sopravvenuti. 
Per quanto concerne l’ordine del giorno “nel quale si rimarca l’impegno del presidente ad inviare tempestivamente al perito demaniale dell’ente tutti i documenti relativi agli usi civici”, si osserva che l’Università Agraria ha già promosso un approfondimento e una revisione della perizia a suo tempo espletata dall’architetto Rossi in merito alla tenuta delle Mortelle e che questo approfondimento, svolto dal dottor Agronomo Giuseppe Monaci, che ha perfetta conoscenza anche degli atti del contenzioso, ha portato ad escludere dal novero delle terre di demanio collettivo alcune di quelle ritenute di natura civica nella precedente perizia. 
L’elaborato del dottor Agr. Monaci è stato dall’Università Agraria tempestivamente trasmesso alla Regione Lazio e, dopo la presa d’atto da parte di quest’ultima con determinazione direttoriale n. G01938 del 21.02.2019, pubblicato dall’Università Agraria.
In ordine ai rilievi di “poca trasparenza”, le osservazioni che dovrebbero sostanziarli, che nulla hanno a che vedere con problematiche attinenti alla pubblicità e alla pubblicizzazione degli atti, non hanno peraltro alcun fondamento. 
Il Comitato Esecutivo cui fanno riferimento i Consiglieri è un organo previsto dallo Statuto dell’Ente, che ne stabilisce le competenze al pari di quelle del Consiglio di Amministrazione. 
L’aumento dell’indennità è dovuto all’assunzione di responsabilità gestionali da parte degli amministratori, in seguito alla riconfigurazione dell’organigramma dell’Ente. 
Non si vede, poi, in che senso la proroga dei termini di iscrizione degli utenti possa rappresentare un vulnus alla trasparenza. 
Il Comitato Esecutivo 


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