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Massacra la madre: convalidato l'arresto

Massacra la madre: convalidato l'arresto

Resta in carcere Valerio Marras, il 29enne che giovedì sera ha ucciso a coltellate la madre, la 55enne Cristiana Roversi. Il magistrato Spagnolo si affida ad una perizia per valutare la capacità di intendere e di volere e avvierà verifiche sulla ‘‘storia sanitaria’’ del ragazzo. Tracce di cocaina ed oppiacei nel sangue

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civitavecchia – Resta in carcere e controllato a vista dagli agenti di Polizia Penitenziaria Valerio Marras, il 29enne che, giovedì sera, ha massacrato a coltellate la madre, la 55enne Cristiana Roversi, all’interno della loro villetta in via Lucignani, in zona Santa Lucia. Questo quanto ha disposto il giudice per le indagini preliminari Francesco Filocamo, al termine dell’udienza di convalida che si è svolta ieri  mattina, all’interno del carcere di Borgata Aurelia. Il giovane dovrà essere controllato proprio perché, considerato il suo stato di salute e l’efferatezza dell’omicidio, si teme che possa compiere qualche atto autolesionistico. 

Una decisione scontata, quella del giudice Filocamo, soprattutto alla luce della confessione del ragazzo, avvenuta nell’immediatezza dell’omicidio. È stato Marras a chiamare il 113. È stato lui ad attendere, fumando una sigaretta in giardino, l’arrivo degli agenti del commissariato di Polizia indicando loro di scendere in taverna dove poi avrebbero trovato una scena raccapricciante, con la donna ormai senza vita riversa in una pozza di sangue. Ed è stato ancora lui a voler dire tutto al sostituto procuratore Delio Spagnolo nel corso del primo interrogatorio, raccontando la propria versione come a volersi giustificare. Con freddezza e distacco. Lo stesso ha fatto anche nel corso dell’udienza di convalida, assistito dal suo legale, l’avvocato Tiziano Iervolino. Ha ripercorso quanto accaduto, è tornato ad accusare la mamma, colpevole a suo dire di non averlo accudito sufficientemente dopo il grave incidente a seguito del quale riportò diversi problemi e di pensare solo a se stessa e alle sue amicizie. E poi la lite, i toni che si alzano e Valerio che afferra il coltello. La colpisce una volta all’addome. Ma non si ferma. Continua a colpirla due, tre, quattro, dieci volte, finché quel corpo, straziato, non si anima più. È lì che si ferma. Che si pulisce, si cambia, e va in giardino a chiamare il 113 e fumare. A quanto pare, dagli esami effettuati subito dopo l’omicidio, sarebbero state anche rinvenute tracce di cocaina e di oppiacei nel sangue di Valerio. 

Inoltre il ragazzo era in cura per problemi psichiatrici, a quanto pare proprio a seguito dell’incidente che lo ha visto lottare tra la vita e la morte circa dieci anni fa. Ecco perché, come anticipato già nel corso dell’interrogatorio notturno in Procura, il magistrato Delio Spagnolo avrebbe voluto presentare al giudice la richiesta di un incidente probatorio. Ma considerata la situazione, ha deciso di accorciare i tempi e disporre lui stesso una perizia sul ragazzo: martedì mattina, infatti, verrà affidato l’incarico ad un consulente che dovrà stabilire se Valerio Marras sia effettivamente in grado di intendere e di volere. Ma non solo. Il sostituto procuratore sarebbe intenzionato anche ad andare a scandagliare la “storia sanitaria” del ragazzo, andando a verificare che tipo di assistenza ha avuto, che tipo di cure sono state adottate, per escludere probabilmente anche altre eventuali responsabilità. Perché qualche segnale, a quanto pare, c’era stato. Qualche campanello di allarme che forse non è stato tenuto nella giusta considerazione. Tanto che sul 29enne sarebbe stato aperto, in passato, anche un procedimento per maltrattamenti. Intanto la famiglia di Cristiana Roversi attende il dissequestro della salma per poter dare l’ultimo saluto alla donna. 

 


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