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Zito: «Mi avvalgo della facoltà di non rispondere»

Zito: «Mi avvalgo della facoltà di non rispondere»

Così il vicesindaco interpellato sul paventato scontro fisico con Pascucci. Un pretesto ha acceso gli animi scatenando contenziosi in ebollizione  

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di TONI MORETTI

CERVETERI – Che l’inizio della guerra di successione abbia incrinato certi rapporti nel gruppo di maggioranza del governo cittadino è cosa ormai visibile e percepibile, per lo meno da quando si sono rimarcati certi atteggiamenti di prevaricazione da parte di personaggi, che forse troppo anticipatamente hanno cominciato a voler rendere visibili le loro intenzioni. Ora senza sapere se tanto può arrecargli danno, stando al percorso, nel bene e nel male, perseguito da questa amministrazione, era diventato di dominio comune tra gli osservatori, che la figura che meglio si distingueva per competenza amministrativa, per capacità politica di assorbimento e deterrenza anche delle stravaganze del Sindaco Pascucci, era quella di Giuseppe Zito, il vice sindaco, che nell’immaginario di molti diventava così il candidato ideale alla successione. Ma la politica è cosa strana e Zito lo sa. Ed è con questa consapevolezza che non contando su lasciti ed eredità di alcuno, lavora di fino ritagliandosi un suo spazio personale potendo contare su alcuni consiglieri e delegati. Ma il colpo grosso lo fa quando facendo finta di cedere alle lusinghe dell’assessore Ferri e a tutto quello che ne è al seguito, riesce ad entrare nelle grazie di chi nel Partito Democratico conta davvero. Alcuni nomi sono d’obbligo per rendere l’idea. Viene assunto nell’ufficio di segreteria di un certo Daniele Leodori, quando era presidente del consiglio Regionale del Lazio, uomo di punta di un certo senatore Bruno Astorre che diventerà segretario regionale del partito. E’ chiaro che in quegli ambienti è stato sottoposto ad analisi “logica” e “grammaticale” e tenuto in caldo in attesa che il circolo locale, con molta calma, esca dal suo letargo e risolte con sforzo unitario brillanti operazioni politiche mirate a stabilire la necessità di sopportare l’onere del pagamento di una sede dove ospitare il circolo, possa arrivare quindi Zito a catalizzare l’attenzione come unico candidato del PD della rinascita. Ma evidentemente questa mossa intuita come possibile, non è piaciuta a Pascucci, il quale continua ad avere un rapporto privilegiato con Zingaretti ma comunque indebolito dal pessimo risultato elettorale ottenuto alle europee. Pascucci, forse aveva immaginato un altro scenario. Guidato dall’ambizione dei grandi aveva forse pensato di poter continuare a fare il sindaco per interposta persona anche quando non avrebbe potuto più farlo e da altri lidi ai quali punta. Puntando sulla sua esperienza circa l’ intelligenza artificiale, lavorava probabilmente su una bambolina dotata di una intelligenza che più artificiale non si può, “programmandola” a ché avesse potuto eventualmente governare Cerveteri attraverso gli algoritmi che gli venivano volta per volta trasmessi. Stando così le cose, basta un pretesto per accendere una discussione tra i due dove la vivacità, il surriscaldamento meteorologico o più semplicemente il sopravvento della natura umana trascende fino ad arrivare, come hanno riferito, allo scontro fisico. 
Una scazzottata tra amici, perché in fondo Zito e Pascucci sono amici, ci sta. 
Serve a chiarire e quando una domanda diretta ad uno degli interessati, Giuseppe Zito, riceve la diplomatica risposta: «Mi avvalgo della facoltà di non rispondere», vuol dire che nulla di grave è successo.


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