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Minacce aggravate, indagato Ciontoli

Minacce aggravate, indagato Ciontoli

L’uomo sentito giovedì pomeriggio dai Carabinieri della Compagnia di Civitavecchia. E’ accusato di aver puntato una pistola a un automobilista nell’estate 2014. Intervengono anche i legali di Ciontoli, gli avvocati Pietro Messina e Andrea Miroli: "La Procura sta usando due pesi e due misure"

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LADISPOLI – Antonio Ciontoli di nuovo davanti ai Carabinieri della Compagnia di Civitavecchia.
L’uomo condannato in secondo grado a 5 anni per omicidio colposo con colpa cosciente per la morte del giovane Marco Vannini, è ora indagato per minacce aggravate.
Il nuovo fascicolo della Procura della Repubblica di Civitavecchia partirebbe dalla testimonianza rilasciata qualche tempo fa da un automobilista ad Anna Boiardi di Quarto Grado. 
Nell’intervista televisiva andata in onda su Rete4, l’uomo aveva raccontato di un episodio capitatoglili durante l’estate 2014.
Si trovava a bordo della sua auto alla Statale Aurelia, all’altezza di Castel di Guido, quando rallentò. Un automobilista dietro di lui, secondo quanto raccontato durante la trasmissione, infastidito da questo rallentamento aveva dapprima iniziato a suonare il clacson e successivamente si era avvicinato all’auto, affiancandola. Una volta abbassato il finestrino, l’uomo avrebbe puntato una pistola in faccia all’automobilista. Quell’uomo sarebbe proprio Antonio Ciontoli, imputato, insieme al resto della sua famiglia per la morte di Marco Vannini. 
Giovedì pomeriggio, il capofamiglia si è recato presso la Caserma dei Carabinieri in via Antonio Da Sangallo per essere ascoltato dai militari. Ad accompagnarlo il suo legale, l’avvocato Andrea Miroli. 
Che cosa abbia raccontato relativamente a quell’episodio vige però il massimo riserbo. 

E sulla vicenda intervengono anche i legali di Ciontoli, gli avvocati Andrea Miroli e Pietro Messina. 

“Nella giornata di ieri (giovedì, ndr) il nostro assistito è stato sentito dai CC – Stazione Principale di Civitavecchia – quale indagato nel procedimento penale per minaccia aggravata avente la sua genesi nelle dichiarazioni rese dalla presunta p.o.  davanti alle telecamere di una nota trasmissione televisiva in data 19/1/2018, per fatti che sarebbero accaduti nel maggio 2014 e, quindi, a distanza di ben 4 anni da quelli in cui sono stati “rivelati”.
Posto questo occorre rappresentare per dovere di cronaca che il Sig. Antonio Ciontoli, oltre a negare recisamente l’addebito, ha prodotto copia della denuncia-querela tempestivamente presentata contro l’allora ignoto accusatore alla Procura della Repubblica di Civitavecchia, a dimostrazione di come, sin dall’immediatezza delle propalazioni accusatorie, egli abbia chiesto all’A.G. di procedere nei confronti dello stesso per diffamazione e/o per ogni qualsivoglia reato ritenuto sussistente.    
Conseguentemente, a prescindere dal legittimo operato dell’Autorità preposta si è costretti ancora una volta a prendere atto di come i riflessi mediatici di questa vicenda siano stati causa dell’insorgere di procedimenti giudiziari per fatti che, invece di essere rappresentati nelle sedi opportune e a tempo debito, vengono rivelati dinnanzi a telecamere accese e a distanza di svariati anni dal loro accadimento, con buona pace dei più elementari principi di diritto. 
Inoltre, sorprende questi difensori che la Procura stia usando doppi pesi e doppie misure, avendo dato impulso ad una denuncia palesemente infondata, mentre non ha esitato a chiedere l’archiviazione delle numerose, documentate denunce sporte dal nostro assistito nei confronti dei noti “leoni della tastiera” – denunce delle quali non si è avuta alcuna notizia per il doveroso massimo rispetto e riserbo da noi sempre praticato, ma non altrettanto rispettato nei nostri confronti”.


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