Vertenza Civitavecchia: chiesto un tavolo di crisi
CIVITAVECCHIA – Da un lato la richiesta di un progetto alternativo a tutela dell’occupazione e del futuro del territorio. Dall’altro la necessità di fare fronte comune, a tutti i livelli, per affrontare la ‘‘vertenza Civitavecchia’’. La massiccia adesione allo sciopero di mercoledì mattina da parte di portuali e metalmeccanici, con la presenza delle istituzioni comunali e regionali e e della politica, tutta, al presidio a Molo Vespucci ha messo in evidenza tutta la preoccupazione del territorio.
Una preoccupazione su cui oggi potrebbe essere chiamato ad esprimersi anche il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, atteso proprio al porto per tutt’altra questione, questa culturale. Ma proprio a lui, martedì pomeriggio, il tavolo del partenariato ha deciso di inviare una lettera, a firma del presidente dell’Adsp Francesco Maria di Majo, chiedendo l’istituzione di un tavolo di crisi che coinvolga tutte le parti interessate, da Enel alle rappresentanze di categoria, le organizzazioni sindacali, l’Adsp, il Comune di Civitavecchia, la Regione Lazio ed i ministeri competenti. La lettera prende spunto dalla contrazione del traffico del carbone, la metà rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. «Appare evidente – si legge – che la drastica e repentina, oltre che imprevista, riduzione del traffico sta determinando forti contraccolpi sul tessuto sociale ed economico del territorio con il rischio reale di devastanti effetti negativi in termini imprenditoriali ed occupazionali, oltre a determinare una riduzione di circa 1/5 delle entrate dell’Adsp derivanti da tasse portuali. Ricadute negative che hanno già prodotto alcune decine di licenziamenti, destinati a diventare a breve alcune centinaia, in mancanza di un intervento tempestivo e risolutivo in grado di scongiurare una crisi sociale che si andrebbe a sommare ai pesanti riflessi in termini di salvaguardia della salute pubblica subiti dalla comunità locale nel corso degli anni».
Per il capogruppo della lista Grasso-La Svolta Fabiana Attig arrivare alla dichiarazione di area di crisi complessa per Civitavecchia si può e si deve fare, nonostante quanto affermato dal consigliere regionale Marietta Tidei. «L’istanza di riconoscimento, di individuazione è di competenza della Regione – ha spiegato Attig – senza la quale non è possibile procedere alla sottoscrizione dell’accordo di programma propedeutico ai reperimento dei finanziamenti. La legge in questione formula i seguenti requisiti: una crisi di una o più imprese di grande o media dimensione con effetti sull’indotto ed una grave crisi di uno specifico settore industriale con elevata specializzazione nel territorio.Caratteristiche che ben si rispecchiano nel nostro territorio». Nel frattempo i sindacati tornano ad indicare una possibile strada da fare intraprendere ad Enel, legata alla realizzazione della Darsena grandi masse e del bacino di carenaggio.