Termovalorizzatore, un mega progetto da 400 milioni di euro
Il mega progetto, proposto dalla A2A Ambiente spa, riguarda la realizzazione di un ‘’Impianto di recupero energetico di rifiuti speciali non pericolosi’’ che la società intende realizzare presso la zona industriale di Tarquinia (Pian D’Organo-Pian dei Cipressi) in un’area nelle disponibilità della spa, ad un costo stimato di ben 400 milioni di euro. Il 19 dicembre 2018 è stato registrato, presso l’Agenzia delle entrate ufficio territoriale di Milano, il diritto di opzione di acquisto immobili tra la Iride srl, proprietaria dei terreni, e la A2A Ambiente spa proponente il progetto, che è una società partecipata suddivisa in circa 3500 azioni la maggior parte detenute dai Comuni di Milano e Brescia, e dove secondo la stampa nazionale figurerebbe come azionista minoritario anche il vicepremier Matteo Salvini. Nell’atto, la Iride srl in sostanza concede alla A2A il diritto di opzione per l’acquisto dei terreni ‘‘nelle more dell’espletamento delle procedure preordinate all’ottenimento dei necessari provvedimenti autorizzativi’’. L’impianto che vorrebbe realizzare la spa dovrebbe avere una potenza termica di combustione di 200 MWt al massimo carico termico continuo e dovrebbe essere alimentato con rifiuti speciali non pericolosi aventi un potere calorifico inferiore (PCI) variabile tra 9.200 kJ/kg e 17.000 kJ/kg. L’impianto, secondo il progetto dellas A2A, dovrebbe inoltre «essere costituito essenzialmente da due identiche linee di combustione (da 100 MWt ciascuna), dalle relative linee di depurazione fumi e da una turbina a vapore a condensazione in grado di generare, al massimo carico termico continuo, una potenza elettrica lorda pari a circa 60 MWe». L’energia elettrica prodotta dovrebbe poi essere immessa nella Rete di trasmissione nazionale tramite nuovo collegamento in cavo interrato AT a 150 kV della lunghezza di circa 3,5 km, tra la nuova stazione di trasformazione interna all’impianto e la stazione elettrica (S.E.) di Santa Lucia ubicata nel comune di Civitavecchia». Secondo quanto dichiarato dalla società le tecnologie adottate per la realizzazione dell’impianto sarebbero allineate «alle migliori tecniche disponibili per questa tipologia di impianti previste nel documento Integrated Pollution Prevention and Control “Reference Document on Best Available Techniques (BREF) for Waste Incineration” dell’Agosto 2006 e nel Final Draft Best Available Techniques (BAT) Reference Document for Waste Incineration del Dicembre 2018». L’obiettivo dell’inceneritore sarebbe quello di far fronte alle emergenze che affligono la regione Lazio sotto il profilo del trattamento dei rifiuti, come chiaramente riportato in più punti della relazione: «L’impianto – è scritto nella scheda – è stato concepito per rispondere alle necessità di trattamento dei rifiuti che attualmente ha la Regione Lazio per chiudere il ciclo raccolta differenziata – recupero di materiale – recupero energetico consentendo al contempo di minimizzare il ricorso all’uso di discariche». Secondo la relazione della A2A il progetto non sarebbe negativo per l’ambiente: «Le analisi condotte nello studio di impatto ambientale – si legge nella Via – mostrano che sia durante la fase di costruzione che durante quella di esercizio gli impatti generati sono sostenibili per l’ambiente”