Crematorio, una talpa del Pincio ha favorito la società
Il Consiglio di Stato ha dato ragione alla “Tempio Crematorio”. Esposto del Sindaco ai Carabinieri: una relazione interna del rup arrivata indebitamente all’impresa è stata usata per vincere il ricorso. L'amministrazione vuole andare fino in fondo per capire come il docuimento sia uscito dall'ente e per accertare ogni responsabilità. Tedesco pronto a firmare una nuova ordinanza sui limiti delle cremazioni
CIVITAVECCHIA – Si tinge di giallo la decisione del Consiglio di Stato che ha accolto il ricorso della Tempio Crematorio Civitavecchia, che gestisce l’impianto al cimitero nuovo, contro il Comune di Civitavecchia e relativo alle prescrizioni dell’allora sindaco Cozzolino contenute nell’autorizzazione unica ambientale rilasciata per l’esercizio del forno crematorio. In particolare per quella legata al numero massimo di salme da poter cremare, le 2080 all’anno che, nel 2019, hanno costretto la società a spegnere il forno a luglio, a causa del raggiunto limite prima del tempo. Ebbene, il Consiglio di Stato, nell’accogliere il ricorso, fonda le proprie conclusioni anche su una relazione del 13 dicembre scorso firmata dal responsabile del procedimento del Comune, depositata dalla società, per via telematica, nel pomeriggio del 5 febbraio scorso. Un documento interno agli uffici, senza alcun protocollo, nel quale si evidenzia sì l’assenza d impedimenti all’aumento di cremazioni, ma si sottolinea che questa eventualità è comunque sottoposta alla decisione politica dell’amministrazione. Indirizzo politico che, l’assessore Manuel Magliani, aveva di fatto manifestato lo stesso 5 febbraio, con un atto indirizzato nella mattinata all’ufficio avvocatura, nel quale si confermava l’intenzione di andare avanti nel giudizio, senza alcuna possibilità di accordo con la società.
Ma come è finita quella relazione informale nelle mani della società e agli atti del procedimento? È quello che si chiede l’amministrazione, che sul caso oggi depositerà un esposto, per «un fatto anomalo, di una gravità assoluta» come l’ha definito il sindaco Tedesco che nel tardo pomeriggio ha convocato una conferenza stampa urgente proprio per denunciare l’accaduto. Al suo fianco il vicesindaco Massimiliano Grasso, l’assessore Magliani e rappresentanti della maggioranza. «Nel provvedimento – ha aggiunto il Sindaco – si fa riferimento ad un documento che non doveva e poteva essere lì: un documento interno agli uffici, che tra l’altro non forniva alcun indirizzo tecnico». E nell’annunciare che, in tempi brevi e con supporto tecnico, verrà riproposta comunque una prescrizione simile, annuncia di voler andare fino in fondo «perché quanto accaduto – ha concluso – non è accettabile». Il vicesindaco è stato ancora più diretto.
«Due sono i fatti gravi – ha spiegato Grasso – la coincidenza sulla data del 5 febbraio e, qui parliamo di reato compiuto, l’uscita di un documento della pubblica amministrazione finito nelle mani di chi lo ha utilizzato a suo favore, per vincere il ricorso. Non risultano infatti accessi agli atti in questo senso. Si dovranno accertare le responsabilità sull’accaduto».