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Covid19, Peris: "Preoccupato per Civitavecchia ma ci sono medici molto validi"

L'analisi del civitavecchiese, pneumologo presso l'ospedale Kloster Grafschaft di Schmallenberg in Germania


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CIVITAVECCHIA – “Ho seguito l’andamento dell’emergenza a Civitavecchia, sono preoccupato perché ho parenti in città e sono convinto che il distanziamento sociale sia molto importante”.

Lo dichiara il civitavecchiese Davide Peris, pneumologo presso l’ospedale Kloster Grafschaft di Schmallenberg in Germania. Un paese dove la mortalità del virus è rimasta relativamente bassa, attestandosi al 2,2%. Secondo Peris i motivi sono diversi.

“La situazione in Germania va relativizzata, nelle grandi città c’è uno stress maggiore rispetto alle città medio-piccole. Tra i fattori che hanno contribuito – ha spiegato – c’è il fatto che l’onda è arrivata più lentamente e distanziata nel tempo con un ritardo di circa due settimane rispetto al nord Italia. Questo ci ha dato il tempo di prepararci e migliorare le cose. Dai 28mila posti di terapia intensiva abituali la Germania è passata ai 40mila in emergenza. Nel mio ospedale – ha continuato Peris – che serve circa 35mila abitanti, con 3 ospedali a circa mezz’ora di distanza, ci sono 38 posti letto di terapia intensiva. Nelle grandi città la sofferenza è maggiore ma molto limitata. I tedeschi sono più disciplinati e se ci sono delle regole da seguire, lo fanno. Inoltre credo che in Germania sia stata colpita una popolazione con un’età media inferiore. Anche qui – ha sottolineato – c’è il problema delle case di riposo anche se si sente meno. Va considerato anche che i più grandi latori di infezione siamo noi del personale sanitario”.

In Germania l’età media delle persone colpite dal covd19 va dai 15 ai 60 anni, sicuramente più bassa di quella italiana ma “non è soltanto l’età il problema, quanto l’età unita alla comorbidità. Quando viene colpito un anziano con diverse patologie purtroppo la situazione diventa complicata. Credo che il miglioramento ci sarà – continua Peris – quando verranno fatti tamponi a tappeto su tutti gli operatori sanitari perché sono i vettori più probabili visto che spesso sono giovani e asintomatici. Il 94% di copertura sul personale sanitario del San Paolo è una bellissima cosa”.

Sulla situazione ha influito anche il gran numero di tamponi effettuati in Germania ma per Peris è presto “per fare i conti, vanno fatti alla fine. Bisognerà studiare le varie situazioni anche se il caso Lombardia andrà trattato a parte. Nel futuro per ora vedo due scenari possibili. O viene trovata una terapia, o un vaccino, che possa debellare il virus al 100% o bisognerà imparare a conviverci applicando le varie misure. Sicuramente si tratta di una malattia nuova di 3 o 4 mesi, non si può essere così esperti di una materia così giovane. É un qualcosa che va combattuto giorno per giorno e con rigidità”.

Poi un incoraggiamento alla sua città natale. “Per quello che posso vedere da qua mi sembra che i civitavecchiesi abbiano seguito bene le regole. Sono fiducioso per gli italiani, sanno reagire. Inoltre – ha concluso Peris – a Civitavecchia c’è una classe medica molto valida, ci sono persone molto stimabili”.


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