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Marzia Viola: “Vi racconto i miei primi 18 anni”

Marzia Viola: “Vi racconto i miei primi 18 anni”

La 40enne di Montalto di Castro, con un video su Facebook, ha ringraziato quanti l’hanno affiancata e sostenuta dopo l’incidente ferroviario del 19 aprile 2002 che le ha causato l’amputazione della gamba


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MONTALTO DI CASTRO – “Vi racconto i miei primi 18 anni”. Con un video postato domenica su Facebook, Marzia Viola ha festeggiato questo particolare traguardo della sua vita, ringraziando quanti l’hanno sostenuta col proprio affetto dopo l’incidente del 2002.

Era infatti il 19 aprile di quell’anno, quando la 40enne di Montalto, all’epoca studentessa universitaria alla facoltà di Lingue e Civiltà Orientali di Napoli – mentre si accingeva a prendere la coincidenza alla stazione Termini di Roma finì sotto le rotaie del convoglio che avrebbe dovuto riportarla a casa. La porta del treno si chiuse prima che lei potesse salire, la sua gonna lunga (quella con cui aveva imparato a ballare la sua vita), rimase incastrata, e lei finì nel buio dei binari, perdendo una gamba e subendo un gravissimo politrauma che segnò per sempre il suo domani.

“Condivido con voi una cosa che ho scritto tempo fa – ha detto Marzia -. Forse a qualcuno potrà essere utile, a qualcun altro probabilmente farà sorridere. È l’unico modo che ho trovato per raccontarvi questo traguardo importante: 18 anni  dall’incidente e dall’inizio di grandi enormi cambiamenti”

Marzia, dopo l’amputazione e la successiva convalescenza, è voluta tornare di nuovo all’università nella città partenopea per completare gli studi, riprendendo possesso dello stesso appartamento, posto al quinto piano senza ascensore.

Una volta laureatasi, è successivamente volata in Giappone per perfezionare la lingua vivendo sei mesi tra Tokyo e Kyoto, mantenendosi lavorando anche come cameriera per un ristorante calabrese nella capitale del Sol Levante.

E poi il ritorno al suo piccolo paese, Montalto di Castro, in cui passo passo ha imparato ad accettare che tutto fosse necessariamente diverso, ma non per questo meno bello o importante. Sono stati anni di grandi emozioni, anni di costruzione e scambio: l’impegno in un’Associazione Culturale, il lavoro nel settore turistico, una seconda laurea in Scienze della Formazione Primaria, l’approdo all’insegnamento, il matrimonio e i figli, Luce ed Elia.

“Vita di un moncherino” – questo il titolo del bellissimo racconto, scritto e postato da Marzia e diventato virale sul web – ripercorre il suo rapporto conflittuale e doloroso con ciò che rimane della sua gamba, con il moncherino appunto: con ironia e delicatezza è il moncherino stesso a narrare tutte le difficoltà e le incomprensioni del loro rapporto, le debolezze, i pianti, le gioie, la maternità della “Sua Signora”- come la definisce con rispetto e affetto nel racconto stesso.

Una sorta di confessione, il racconto di emozioni molto spesso tenute celate sotto l’urgenza e la determinazione di mordere di nuovo la vita, di non cedere alla tentazione dell’auto commiserazione, nascoste sotto un sorriso difeso con le unghie.

“Vita di un moncherino” vuole essere un invito a non perdere mai fiducia nella vita, un racconto di speranza per chi ha bisogno di sapere che anche quando tutto sembra perso, può esserci qualcosa di buono che ci attende oltre il buio.

Il video della SuperAbile Marzia, emozionante e toccante, è disponibile sul suo profilo Facebook.

“Voglio ringraziare – conclude emozionata Marzia Viola – tutte le persone che in questi anni mi hanno dato forza e coraggio, tutte le persone che mi hanno curata e guarita. Vi amo!”


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