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Valiani (UGL): “Prima della Fase 2 pagare la CIG ai lavoratori”

Valiani (UGL): “Prima della Fase 2 pagare la CIG ai lavoratori”

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LAZIO – Sono 62.817 le aziende laziali che ad oggi hanno fatto domanda per accedere agli ammortizzatori sociali messi in campo per affrontare l’emergenza sanitaria da Covid-19. Si tratta di una platea di 160.577 lavoratori, circa 84.448 donne e 76.100 uomini (80 % di età tra 26 e i 60 anni) che lavorano per il 93% in imprese con meno di 5 dipendenti.  A fare la parte da leone la provincia di Roma con il 76% di domande, con Latina al 9,2%, Viterbo al 5,1%, Frosinone al 7,4% e Rieti al 2% concentrate, in particolare, nei settori del commercio e turismo, per il 50%, attività professionale per l’11%, welfare per il 6%, noleggio e trasporto per il 5,2 %, ed il resto diviso tra manifatturiero ed edilizia. Con il primo blocco del “decreto di riparto” sono stati stanziati 144 milioni che hanno coperto 31.978 domande, il secondo blocco coprirà a 80.000 lavoratori e le rimanenti 31000 domande. Numeri resi noti durante la videoconferenza tra l’assessore Di Berardino, i sindacati e le parti datoriali, che si è tenuta oggi per il fare il punto della situazione in merito all’accordo sottoscritto lo scorso 24 Marzo.

All’incontro in modalità virtuale ha preso parte anche il Segretario Regionale dell’UGL Lazio Armando Valiani, che spiega: “Durante l’incontro la Regione ha dato risposta alle molte domande che la UGL Lazio ha fatto nelle riunioni precedenti, tra le quali il solletico a Poste Italiane per far aprire linee di credito e sottoscrivere il protocollo per l’anticipazione dell’assegno di cassa. Abbiamo inoltre chiesto al tavolo presieduto dall’assessore Di Bernardino un incontro con la direzione regionale dell’Inps per avere maggiori dati sull’erogazione della cassa integrazione in quanto troviamo i ritardi, che si sono verificati, assurdi.  Non possiamo parlare di fase due, di prudenza, protezione, prevenzione, piccoli passi, e progettazione quando ancora i lavoratori non hanno la copertura economica delle 9 settimane di cassa. Prima risolviamo il problema delle famiglie e poi pensare al successivo stadio”.


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