Dl Rilancio: due emendamenti a sostegno del porto
CIVITAVECCHIA – Due emendamenti, per rimettere al centro dell’agenda del Governo la necessità di sostenere in modo più incisivo i porti che, come quello di Civitavecchia, sono stati maggiormente penalizzati dall’emergenza sanitaria legata al Covid19. Sono quelli a cui ha lavorato in queste settimane il parlamentare del Movimento Cinque Stelle Marta Grande, che ha ribadito la necessità di intervenire per garantire un sostegno concreto anche e soprattutto al porto di Civitavecchia che, con il traffico crociere azzerato, ha pagato e sta pagando un prezzo importante in termini economici ma anche occupazionali. E la ripartenza non sarà semplice se non adeguatamente pianificata e sostenuta. Al momento il fondo istituito all’articolo 199 del decreto Rilancio prevede una dotazione complessiva di euro 30 milioni per l’anno 2020, di cui 6 milioni a finanziare il riconoscimento dei benefici per far fronte al calo dei traffici dovuto al Covid19 da parte delle Autorità di sistema portuale, qualora prive di risorse proprie utilizzabili a tali fini. «Ci siamo mossi su un doppio binario – ha spiegato l’onorevole Grande – con un emendamento più generico, che va ad incidere direttamente sul fondo creato incrementandolo di 50 milioni di euro, comprendendo anche la nostra Autorità di sistema portuale. L’altro invece è più specifico su Civitavecchia, non certo per campanilismo ma per una situazione di oggettiva difficoltà. In questo caso abbiamo stimato una cifra di 20 milioni di euro». Un incremento auspicato da più parti; anche il Pd ad esempio ha presentato degli emendamenti proprio in questo senso, come annunciato la scorsa settimana. E l’esponente del M5S oggi auspica che ci possa essere una convergenza attorno a questo tema. «I nostri emendamenti – ha infatti spiegato – sono aperti al sostegno di tutte le forze politiche che vogliano condividerli, proprio per arrivare al risultato concreto».Certo, lo ha ammesso anche l’onorevole Grande, non sarà un percorso veloce e semplice. D’altronde si tratta di una manovra da 55 miliardi di euro. Il decreto Rilancio dovrà quindi ora passare per l’esame del Parlamento, dove dovrà fare i conti con le svariate centinaia di emendamenti che arriveranno sì dalle opposizioni ma anche dalle forze di maggioranza, non soddisfatte e con conti in sospeso dopo la chiusura dei lavori. Solo dopo il via libera da parte del Parlamento si procederà con la conversione in legge.©RIPRODUZIONE RISERVATA