FASE 3 I gestori delle sale scommesse aspettano nuovi annunci da parte del Governo per poter riaprire le saracinesche delle loro attività «Noi chiusi da 3 mesi ancora dimenticati da tutti»
LADISPOLI – Mentre tutte le attività lentamente hanno iniziato a riprendere a lavorare, c’è un’intera categoria che ancora attende il 14 giugno per tirare su le saracinesche delle proprie attività. Sono le sale scommesse. Odiate da alcuni, frequentate da altri, in città, proprio come su tutto il territorio nazionale, ancora oggi attendono di capire cosa accadrà a partire dal 15 giugno. Il Dpcm del 18 maggio scorso infatti prevede la chiusura delle sale scommesse fino al 14 giugno. Cosa accadrà dopo, è tutta una incognita, per il momento. Secondo le tabelle di rischio dell’Inail questa categoria ha un rischio di contagio medio alto. Una situazione paradossale per i gestori di queste attività che durante l’anno portano utili all’interno delle casse del Governo, per circa 20miliardi di euro. Anche qui ci sono dipendenti in attesa della riapertura e della cassa integrazione, in molti casi anticipata proprio dai datori di lavoro che, con lo stop dei campionati di calcio da un lato (ripresi solo da poco e solo in alcuni Paesi europei) e con la chiusura delle sale da tre mesi, fanno fatica a sostenerli. E il problema si porrà anche alla riapertura. Con i vincoli imposti dal Dpcm (utilizzo delle protezioni individuali e del distanziamento fisico) il rischio, per la categoria è quella di vedere le proprie attività vuote. Così facendo non ci sarà copertura, come spiegato da uno dei gestori ladispolani, per poter far fronte alle spese che nel frattempo si sono accumulate in questi mesi (affitto, bollette, dipendenti, tasse, …). Ma anche così facendo i gestori sono sicuri di una cosa: meglio la riapertura che continuare a restare a casa senza guadagnare nemmeno un centesimo. In questo modo, infatti, la chiusura definitiva sarebbe inevitabile. E a chi nelle settimane scorse ha puntato il dito contro le sale scommesse invocandone la chiusura, da parte dei sindaci del territorio, i gestori rispondono: «Molti associano le slot machine alle sale scommesse ma le cose non stanno così. Nella classifica delle tipologie di gioco che portano alla ludopatia al primo posto ci sono i gratta e vinci seguiti da lotto e super enalotto (fermi durante l’emergenza sanitaria solo per qualche settimana). Addirittura sopra, in classifica c’è anche lo shopping mentre le sale scommesse sono all’ultimo posto, con una percentuale molto bassa, mentre le slot machine sono solo di qualche punto al di sopra». Ora, la speranza, è dunque riposta nel 14 giugno, con la speranza che tutti possano tornare alla normalità.