Nella prima metà dell’800 visse ad Allumiere e Tolfa compiendo molti miracoli. Iniziò la tradizione dei bambinelli di cera Ricordato in collina il beato Lorenzo Salvi, sacerdote passionista
ALLUMIERE – TOLFA – Lo scorso 12 giugno nei comuni collinari i fedeli hanno ricordato il Beato Lorenzo Salvi, sacerdote passionista vissuto ad Allumiere e a Tolfa nella prima metà dell’800, il quale ha compiuto molti miracoli e ha iniziato la tradizione dei Bambinelli di cera. Fu, infatti, chiamato “l’apostolo di Gesù Bambino” perché scolpiva personalmente le statuine del Bambinello e li distribuiva al popolo. Era innamorato di Gesù Bambino e del Natale. Il nome da religioso del beato era Lorenzo Maria di san Francesco Saverio. Il beato Lorenzo Salvi è noto come ”l’apostolo del Bambin Gesù”: essendo stato guarito per intercessione del Divino Infante, ne fece il centro della sua predicazione. Era solito scolpire statuine del Bambinello, che lui chiamava ”il mio imperatorino” e che distribuiva con le immaginette. Nato nel 1782 a Roma come Lorenzo Maria Salvi, nel 1801, superando le difficoltà legate al clima antireligioso del periodo post-rivoluzionario, entrò tra i Passionisti. Li aveva conosciuti perché, dopo l’omicidio del rivoluzionario Ugo di Bassville, Pio VI aveva chiamato i religiosi per calmare gli animi. E Lorenzo aveva sentito predicare uno di questi, San Vincenzo Maria Strambi. Costretto a lasciare il convento per la soppressione degli ordini religiosi esercitò il suo apostolato nel rione di Sant’Eustachio. Fino alla morte predicò missioni nel Lazio tra cui Allumiere e Tolfa, nelle Marche, in Toscana e in Abruzzo. Morì nel 1856 a Capranica (Viterbo). È beato dal 1989. Ad Allumiere e Tolfa alcune famiglie si sono tramandate le statuine del Bambinello realizzate dal beato Lorenzo Salvi. Don Augusto Baldini, per decenni parroco di Allumiere e grande storico del beato Lorenzo Salvi racconta: “Era un passionista ed era un grande predicatore; era un bravissimo artista. Il beato Lorenzo Salvi era di famiglia nobile, proveniva dalla zona Montecitorio di Roma e venne battezzato nella chiesa di Sant’Eustachio. A casa sua erano tutti artisti e, in particolare, il fratello era ispettore delle Belle Arti dell’Istituto Pontificio. Il beato Lorenzo andava a predicare dappertutto, ma il particolare era molto affezionato ad Allumiere, Tarquinia, Tolfa e Capranica. Predicó anche a Civitavecchia. Ogni volta che veniva a predicare realizzava questi Bambinelli che poi donava. Ad Allumiere Lorenzo Salvi era legato alla famiglia Giordani Papa e miracolò Teresa Giordani Papa. Un suo bambinello dipinto è stato in chiesa ad Allumiere fino agli anni di don Vincenzo Urbani. Nella parrocchia di Allumiere c’è la lapide che ricorda lui e il suo Gesù Bambino dipinto; sempre nella parrocchia io feci realizzare una vetrata in ricordo di San Paolo della Croce, Giovanni Battista, San Vincenzo Strambi e il Beato Lorenzo Salvi. Allumieraschi e tolferani erano molto affezionati a lui. Per quanto riguarda Tolfa, invece, il beato Lorenzo Salvi era legato in particolare era legatoalla famiglia Damiani: in particolar modo si ricorda che miracolò il papà di don Giuseppe Damiani (più noto a tutti come Don Camilletto). In particolar modo delle sue opere che segnano il suo passaggio nei comuni di Allumiere, Tarquinia e Tolfa restano di pregevole importanza il Bambinello che abbiamo all’interno del museo Diocesano di Tarquinia e un altro bambinello fatto da lui e donato alla famiglia Canestrari. Va rilevato che lui i Bambinelli amava anche dipingerli, ma è rimasto famoso perché ha creato un metodo per fare i Bambinelli in cera: questo metodo è stato poi usato dai vari monasteri di clausura (tra cui quello dei Frati Cappuccini di Tolfa) dove lui andava ad aiutarli. Si raccontano anche alcuni miracoli compiuti dal beato Lorenzo”.