Mamma di Marco Vannini: “Siamo morti tutti il 18 maggio 2015”
CERVETERI – «Noi siamo morti tutti quel maledetto 18 maggio 2015. Spesso ho problemi quando devo firmare e mettere la data: per me è sempre il 2015″. A dirlo Marina Conte, mamma di Marco Vannini, che con l’aiuto del giornalista-scrittore Mauro Valentini ha scritto il libro «Mio figlio Marco-La verità sul caso Vannini«. «La rabbia è un sentimento che non posso far trasparire, perché con la rabbia non si arriva a niente – aggiunge in un’intervista al Corriere della Città -. Però pensare che, a distanza di 5 anni, stiamo ancora lottando per ottenere giustizia e sapere che la verità giudiziale non è la verità storica, non è confortante. Ma chi avrebbe potuto dire la verità era solo Marco e lui non c’è più”.
Vannini venne ucciso da un proiettile sparato all’interno della villetta di casa Ciontoli, a Ladispoli. “È stata una sentenza vergognosa, a mio avviso, quella pronunciata in appello dai giudici, dando solo 5 anni a Ciontoli. Evidentemente – sottolinea Marina – avranno fatto tutto un ragionamento che li avrà portati a quella conclusione che per me non è giusta, perché la vita di mio figlio non può valere 5 anni”.