Il consigliere di minoranza interviene dopo la proposta dei giorni scorsi e chiede una perizia aggiornata Usi Civici, Petrelli: “Il tavolo proposto da Di Paolo a Civitavecchia non serve”
«Il tavolo non serve». Non ha dubbi Vittorio Petrelli, consigliere comunale de Il Buon governo, che interviene sulla questione Usi civici dopo la richiesta inviata dall’assessore Di Paolo alla Regione in merito all’istituzione di un tavolo tecnico per trovare soluzioni definitive. Petrelli ha inviato a sua volta una lettera a Regione ed al Comune «circa l’istituzione – spiega – di un tavolo che rischia di allontanare la soluzione per Civitavecchia che ricordiamo non ha bisogno di sanatorie o raccomandazioni ma solo di rettifiche agli errori commessi perché gli Usi civici non ci sono più». Petrelli spiega di essere scettico «che questa strada – si legge nella lettera – possa portare nel breve alla soluzione della vicenda per il comune di Civitavecchia, mentre potrebbe essere una soluzione di lungo periodo per quelle località del Lazio ove la soluzione non è così acclarata come per la nostra città. Siamo scettici come lo fummo quando , su indicazione della direzione regionale competente, l’Università agraria faceva firmare, a chi affrancava, una liberatoria di rinuncia a qualsiasi rivalsa, qualunque fosse stato l’esito dei ricorsi promossi presso il Commissario e come lo fummo quando la Regione promosse la legge regionale che prevedeva sconti a chi affrancava, legge che fu poi dichiarata incostituzionale e con essi tutti gli atti che ne sono derivati. Nessuno – tuona il consigliere – ha mai chiesto scusa o ha promosso risarcimenti ai malcapitati». Petrelli mette in dubbio alcune delle dichiarazioni dell’assessore Di Paolo e spiega: «Questo “Tavolo” per Civitavecchia è fuori di luogo perché la situazione è chiarissima ed allontana sempre di più l’unica vera soluzione: aggiornare le perizie dell’Università agraria alla nuova documentazione storica disponibile». Petrelli non ha dubbi: «Chiediamo che venga perseguita, per Civitavecchia, prioritariamente la soluzione rapida della stesura di una perizia aggiornata e la rettifica in autotutela della determina anche al fine di evitare all’Ente di cagionare altri danni di cui i funzionari possono essere chiamati a corrispondere nelle sedi competenti».