“Necessaria task force per velocizzare le sentenze di merito Scuola, GAE sul piede di guerra: “Giustizia di fatto e non solo su carta”
“C’è qualcosa che non va e bisogna denunciarla, perché è una situazione che si sta protraendo da troppo tempo: la Terza Sezione bis del TAR del Lazio procede con estrema lentezza riguardo ai depennamenti GAE con riserva, nonostante il Miur, con Nota n. 709 del 20 maggio 2020, abbia deciso una procedura più snella per il reinserimento in seconda fascia dei docenti diplomati, dopo la sentenza di merito negativa”.
E’ quanto denuncia il Coordinamento Nazionale Scienze della Formazione Primaria Nuovo Ordinamento, che evidenzia come una situazione del genere non sia ammissibile, ne più tollerabile.
“A provocare l’anomalia – dichiarano – adesso è l’organo preposto nel dare esecuzione e certezza giuridiche, che invece sta aggiungendo angoscia a migliaia di docenti precari, con giudizi pendenti, in attesa di definizione della loro posizione. Dietro ai cosiddetti RG, numeri di ruolo dei giudizi di merito del TAR, ci sono persone, famiglie e professionisti che hanno tutto il diritto di veder definito il loro iter giudiziario giunto al capolinea. Il medesimo diritto lo hanno i docenti laureati in Scienze della Formazione Primaria, convocati in subordine ai docenti riservisti in GAE, e fortemente umiliati, per l’ennesimo anno, da questo sistema di reclutamento, in quanto continuano a essere considerati il ‘secondo livello’ di questo sistema, dopo cinque anni di intensa formazione accademica.
Si è perfettamente a conoscenza della corposa mole di giudizi che la Terza Sezione bis del TAR ha davanti, – incalzano – ma dopo quattro anni di attesa si rende necessaria l’istituzione di una ‘task force’ che permetta di velocizzare la soluzione della vicenda. In tutta questa storia, non ci sono vincitori né vinti, ma la professione docente va svolta con dignità e con delle certezze, di diritto, riconosciuto dal massimo organo della giustizia amministrativa, e di esecuzione delle sentenze in tempi celeri. Da ormai quattro anni i docenti, diplomati a pieno titolo in GAE e laureati in II fascia di istituto, aspettano l’applicazione delle sentenze, chiedendo una giustizia di fatto non solo su carta.