Il presidente Di Majo sta giocando tutte le carte utili alla riconferma ma circolano già i nomi di altri papabili candidati Authority in fermento: inizia il toto-nomine in vista della scadenza di novembre
CIVITAVECCHIA – Quattro mesi separano l’attuale presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale Francesco Maria di Majo dalla riconferma o meno sulla poltrona di Molo Vespucci. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli (Pd) dovrà decidere se premiare o meno l’avvocato romano per il lavoro svolto in questi anni. Quasi tutti i mandati scadranno entro l’anno; a fine novembre quello del presidente Di Majo. E sono già iniziate le “manovre” politiche per sostenere uno o l’altro candidato, alla guida di una Authority piuttosto che un’altra. Di Majo spera in una riconferma e sta giocando tutte le carte per rimanere ancorato a Molo Vespucci, «per completare il lavoro» iniziato il 24 novembre 2016, quando venne nominato dall’allora ministro
Graziano Delrio. Una volontà, la sua, che si scontra però con una serie di criticità, a partire dalle inchieste e dai contenziosi aperti, i problemi economici e di bilancio dell’ente, accentuati dall’emergenza Covid-19, e dal rapporto che non è riuscito a creare con il territorio e con il cluster portuale. Bisognerà capire quanto questo possa pesare o meno sulle decisioni della politica.
Nel frattempo però iniziano a circolare anche altri nomi di papabili candidati al vertice dell’ente. A partire da Jacopo Signorile, già vice presidente della Taranto Logistica Spa, sponsorizzato in primis da quell’Ivan Magrì che già fu dietro le quinte tra i principali artefici dell’arrivo di Di Majo a Civitavecchia.

E Signorile Molo Vespucci lo conosce, in quanto nominato nei mesi scorsi assistente al Rup per il procedimento di Port Mobility. Ma non solo, proprio tramite lo stesso Magrì, si sarebbe interessato anche dell’interporto, prima dell’acquisizione da parte di Cfft.
C’è poi il nome di Pino Musolino, attuale presidente a Venezia,

che nonostante le indiscutibili competenze e i risultati ottenuti in laguna, sembrerebbe però ai ferri corti con il territorio, tanto da vedersi bocciato, a giugno scorso, il bilancio di previsione 2019 dell’ente da parte dei due componenti del comitato di gestione, i designati da Regione Veneto e Città metropolitana di Venezia.
In lizza anche Luigi Merlo, anche se vorrebbe tornare a guidare il porto di Genova. Nel caso

non dovesse riuscire a raggiungere quest’obiettivo, potrebbe non disdegnare la poltrona di Molo Vespucci, che resta comunque piuttosto ambita, trattandonsi del porto della Capitale.
Resta anche da vedere quale sarà anche il futuro di Pasqualino Monti, che con ogni probabilità sarà però riconfermato a Palermo, porto che soprattutto negli ultimi mesi ha avuto una spinta notevole in termini di sviluppo e realizzazione di nuove infrastrutture.
La corsa è appena cominciata e molto dipenderà dalla tenuta del Governo: una eventuale crisi di autunno sconvolgerebbe ogni calcolo e previsione fatti finora.
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