Il Comitato 10 febbraio ricorda Nidia Cernecca, testimone delle Foibe
CIVITAVECCHIA – Il locale Comitato 10 Febbraio piange la scomparsa, avvenuta ieri, di Nidia Cernecca, esule istriana, rimasta orfana all’età di 7 anni a seguito della barbara uccisione del Padre Giuseppe.
“Gli slavi torturarono a morte mio padre. Non contenti, lo decapitarono per estrargli due denti d’oro. E poi, per sfregio, con la sua testa ci giocarono a palla, sui binari del treno. Nel settembre 1943, mio padre Giuseppe, semplice impiegato comunale, venne arrestato e, dopo un processo-farsa, fu torturato e ucciso dai miliziani comunisti italiani e slavi. La sua ‘colpa’? Era italiano”. Queste le memorie rilasciate in una intervista di qualche anno fa da Nidia Cernecca.
Nidia Cernecca nasce a Gimino d’Istria nel 1936, veronese d’adozione, vedova, madre di tre figli, manager in pensione, ex dirigente di un’importante ditta internazionale di prodotti per la casa, la famiglia e la bellezza. Costretta dalle violenze comuniste ad abbandonare la sua casa, esule in Patria, si iscrive alla facoltà di Matematica, si diploma in pianoforte al Conservatorio quando è già mamma di tre figli. Insegnante nelle scuole medie, lascia per la carriera nel mondo commerciale, ricoprendo importanti incarichi in Germania e Slovenia. Alla guida dell’associazione nazionale congiunti dei deportati italiani in Jugoslavia infoibati, scomparsi e uccisi, ha visitato centinaia di istituto d’istruzione, portando agli alunni la verità sulle foibe e l’esodo. Ha scritto libri e rilasciato decine d’interviste ai giornali nazionali e locali.Dopo la caduta del muro di Berlino individua i responsabili dell’assassinio del padre e di molte altre migliaia di Istriani. Inizia così una battaglia personale per la verità e la giustizia. È stata la promotrice del Processo delle Foibe, e con coraggio ha denunciato i crimini commessi dalle truppe di Tito sui confini orientali italiani.
“Le sue parole, il suo esempio, – dichiara il coordinatore del Comitato 10 febbraio Paolo Giardini – siano memoria per le generazioni future”.