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    Pubblicato il 1 Settembre 2020
    Pubblicato il 1 Settembre 2020

    Triplice: "Il contratto va firmato. Il 16 settembre sciopero nazionale e blocco delle strutture" Sanità privata, andata ‘in onda’ la protesta all’ARIS Lazio

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    Sanità privata, andata ‘in onda’ la protesta all’ARIS Lazio

    ROMA – Mattinata rovente sotto la sede Aris Lazio a Roma, per il presidio dei  della sanità privata accreditata.

    “È la prima volta che non viene posta la sigla definitiva su un contratto nazionale dopo l’accordo sulla pre-intesa, – evidenziano i segretari generali Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio, Giancarlo Cenciarelli, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini – raggiunto ormai da quasi tre mesi. Poi il vergognoso dietrofront dell’imprenditoria privata, che opera in accreditamento con il sistema sanitario nazionale, e che nel Lazio ha in mano il 40% delle prestazioni. Che in alcuni ambiti, come RSA e riabilitazione, arriva al 90%”. L’idea delle rappresentanze datoriali, ARIS e AIOP in primis, è in linea con la visione padronale complessiva, che sta tentando un nuovo attacco ai diritti, alla rappresentanza e al contratto, sarebbe quella di rinnovare i contratti a costo zero. Nonostante la garanzia delle istituzioni a coprire il 50% del costo del rinnovo, chiedono ulteriori garanzie a Ministero e Regioni. Addirittura tentando di rovesciare la responsabilità della mancata ratifica sui sindacati.  Non ci fermeremo fino al contratto. E colpiremo là dove sono più sensibili: bloccando le strutture da cui ricavano profitti milionari erogando prestazioni sanitarie pubbliche, con risorse dei cittadini. Il 16 sarà sciopero nazionale: torneremo in piazza sempre più numerosi, e fermeremo i reparti e gli ambulatori.

    Chi opera con risorse pubbliche necessariamente deve trarne un profitto, ma non a discapito dei lavoratori negando loro quanto dovuto. Se la sanità privata è una gamba importante dell’intero SSN (Lazio e Lombardia le regioni dove ha un peso maggiore), – rimarcano i sindacati – il sistema deve essere regolato, e la prima regola è l’applicazione di un contratto nazionale in linea con le retribuzioni e le tutele del pubblico. La regolamentazione del sistema degli accreditamenti è sempre più urgente, ed è quanto chiediamo alla Regione Lazio, proseguendo con ancor più incisività nella revisione dei requisiti e nel sistema dei controlli, togliendo l’accreditamento a chi non rispetta le regole. Dopo il rinnovo del CCNL sanità privata, si dovrà mettere mano al contratto delle RSA, fermo da 8 anni e mai riconosciuto da Cgil Cisl Uil. Nel pubblico chi opera in RSA o in ospedale ha lo stesso contratto: i professionisti sanitari, con le stesse qualifiche e la stessa formazione, della sanità privata sono spesso precari, sotto ricatto dei datori di lavoro, assunti con contratti pirata, con un ribasso salariale del 30-40%. Salari più bassi, utili più alti: una vergogna che deve essere fermata. Se l’obiettivo è un contratto unico della sanità, lo step intermedio sarà un contratto unico per tutta la sanità privata. La mobilitazione comincia a portare risultati. Oggi, prima di ricevere la delegazione sindacale, il Direttore generale ARIS nazionale è sceso ad ascoltare la voce dei lavoratori e dando segnali d’apertura. Ma le parole non bastano: non ci fermeremo fino alla firma del contratto, e lo otterremo continuando la lotta. La mobilitazione non si fermerà finché ai lavoratori non saranno riconosciuti gli avanzamenti di tutele e  salari che già con la preintesa erano stati messi nero su bianco”.

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