Oggi alla Cittadella di Semi di Pace presentazione del libro pubblicato da Mario Avagliano e Marco Palmieri Sessantasei tarquiniesi nell’albo degli internati militari italiani caduti nei lager nazisti
TARQUINIA – La storia degli IMI (internati militari italiani) è la storia dei circa 650.000 soldati che, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, furono catturati e deportati dai tedeschi. L’offerta di aderire alla Wehrmacht o alla Repubblica di Salò ed essere rimpatriati fu accettata solo da una piccola parte; la massa scelse di rimanere prigioniera nei lager, come autentico atto di resistenza.
Nell’Albo degli IMI-Internati Militari Italiani Caduti nei lager nazisti 1943-1945 e nel LeBI-Lessico Biografico degli IMI frutto del lavoro di ricerca storica promosso dall’ANRP e già consultabili on-line figurano al momento i nomi di 66 tarquiniesi di cui 7 deceduti nei campi nazisti.
In memoria di questa pagina importante della storia contemporanea di Tarquinia, l’ANRP, Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’internamento, dalla guerra di liberazione e loro familiari, Ente morale D.P.R 30 maggio 1949, l’Associazione Semi di Pace onlus, fondata a Tarquinia nel 1980, e la sezione Anpi di Tarquinia hanno organizzato per oggi alle ore 16, presso la Cittadella di Semi di Pace, la presentazione del libro I militari italiani nei lager nazisti, pubblicato da Mario Avagliano e Marco Palmieri per i tipi de il Mulino nel 2020 e con la presentazione di Enzo Orlanducci, presidente nazionale dell’Anrp; alla manifestazione hanno aderito l’I.I.S.S. “Vincenzo Cardarelli di Tarquinia e la Libreria Caffè “La Vita Nova”. In questo libro Avagliano e Palmieri, con il consueto rigore storico che li contraddistingue e un sapiente uso della diaristica e della corrispondenza coeva, per lo più inedita o scarsamente conosciuta, conducono per mano il lettore in un appassionante viaggio nel mondo degli IMI, facendogli scoprire aspetti nuovi o poco noti, dal loro bagaglio di umanità alla capacità e al coraggio di resistere a tutte le avversità («una resistenza senz’armi», come recita il sottotitolo), raccontando attraverso le storie individuali la storia collettiva dei 650.000 internati militari italiani.