LA DIFESA Ieri l’interrogatorio di garanzia per uno dei due fratelli pugili in carcere a Roma Orefice non risponde davanti al gip
LADISPOLI – Si è avvalso della facoltà di non rispondere, Vincenzo Orefice, uno dei due fratelli pugili ladispolani arrestati venerdì per aver aggredito un 28enne fino a fargli perdere un occhio. Proprio ieri si è svolto l’interrogatorio di garanzia in carcere a Roma per il più piccolo dei fratelli, alla presenza del suo legale, l’avvocato Carmelo Antonio Pirrone che intanto ha chiesto la revoca della custodia o in subordine l’applicazione di una misura più proporzionata. «Le misure di custodia – ha spiegato il legale – si applicano con criterio di attualità e concretezza. Nel nostro caso questa misura è intervenuta quasi più di due mesi dopo il fatto, avvenuto a luglio». Nell’arco di questi due mesi, inoltre, «non si sono verificati episodi sintomatici per far scattare la misura» che a distanza di due mesi dal fatto, è dunque, per il legale di Orefice, «sproporzionata». Per quanto riguarda poi i fatti del 19 luglio scorso, Vincenzo Orefice «non ha materialmente fatto nulla nei confronti del soggetto. Lo dimostreremo. Non ha alzato un dito». Il legale punta i riflettori poi anche su un altro aspetto: «Sembrerebbe che il ragazzo (il 28enne, ndr) lo aspettasse con i guantini con placche in ferro applicate. Ovviamente – ha proseguito l’avvocato Pirrone – non abbiamo riscontri oggetti però contiamo, grazie a persone informate sui fatti (è successo in piazza), di far entrare anche questa circostanza». Insomma per il legale, «dinamica, moente, realizzazione dell’evento e circostanze sono tutte da appurare. Peraltro – ha proseguito il legale – sia lui che Paolella sono incensurati, non hanno precedenti» e tornando alla misura cautelare in carcere ha nuovamente ribadito come questa sia «sproporzionata e figlia della pressione mediatica». Ma la vicenda, per il legale, non può essere assolutamente paragonata a quanto accaduto a Colleferro: «Non sono sovrapponibili». Intanto domani si svolgeranno gli interrogatori di garanzia per il fratello maggiore, Emanuele Orefice in carcere a Civitavecchia e per il cognato dei due, Maximiliano Sebastian Paolella in carcere a Rieti. Nel frattempo il legale della vittima, l’avvocato Ernesto Tedesco, già da domani cercherà di mettersi «in contatto con il Pubblico ministero per avere un quadro più chiaro e definito della situazione». Relativamente invece a quanto emerso dalle parole del legale Pirrone, per Tedesco «al momento conta quello che è emerso dalle indagini degli inquirenti. Ci troviamo – ha inoltre aggiunto l’avvocato – davanti all’emissione di un provvedimento cautelare importante e ad un fatto grave. Capisco la difesa ma al momento i fatti sono questi».
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