«I Peba restano ancora un’utopia»
SANTA MARINELLA – A 34 anni dall’approvazione della legge, i Piani per l’eliminazione delle Barriere Architettoniche rimangono un’utopia. In ambito locale, non va certo meglio, a sette anni dall’approvazione di una mozione per la redazione dei Peba, votata all’unanimità dal consiglio comunale, nulla è stato fatto. “Il Paese che Vorrei – scrive in una nota il direttivo – mette a disposizione di tutti i soggetti interessati il testo della delibera, in modo che possa essere approvata nel maggior numero di Comuni possibile. In occasione dell’edizione 2020 del Disability Pride che si è tenuto il 2 ottobre scorso e alla quale ovviamente abbiamo partecipato, abbiamo riproposto il nostro contributo sull’importanza dei piani per l’eliminazione delle barriere architettoniche. Da diverso tempo, tantissimi soggetti si stanno adoperando affinché venga data attuazione al dettato della legge numero 41 del 1986 ed in particolar modo a quanto previsto dall’articolo 32. Oggetto di questa normativa sono i piani di eliminazione delle barriere architettoniche. Nonostante già 34 anni fa venisse previsto uno strumento di integrazione all’avanguardia, la legge viene sistematicamente ignorata o non applicata. Ebbene, cosa sono esattamente questi Peba? Sono degli studi preliminari del territorio con i quali ogni singola cittadina può pianificare tutti gli interventi spazio temporali che occorrerebbe realizzare per permettere la totale integrazione delle persone disabili, per quanto riguarda accessibilità, mobilità, autosufficienza e interazione con l’ambiente in cui vivono. E’ una totale rivoluzione del modo di guardare e di concepire l’urbanistica e l’arredo urbano”. “Non più a sola immagine e somiglianza dei normodotati – conclude la nota – ma incentrato su una nuova visione socio utilitaristica, che consenta l’uso degli spazi urbani a chiunque, in qualsiasi condizione fisica. Sicuramente non è un lavoro da poco, soprattutto se lo si vuole fare come effettivamente deve essere fatto”.