LO STOP Le nuove decisioni del premier Conte non fanno sorridere per niente. A rimetterci bambini e società Il Dpcm ferma il calcio provinciale
MATTEO CECCACCI
Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, annunciato dal premier Giuseppe Conte nella serata di domenica, per quanto riguarda l’ambito sportivo blocca tutte le categorie provinciali, vietando loro di scendere in campo nel weekend. Nessuna partita, ma soltanto sedute di allenamento a porte chiuse durante la settimana. Dovrà fare a meno di disputare le partite soltanto la Terza Categoria e tutte le categorie giovanili provinciali, perché come recita il testo del Dpcm all’articolo uno “sono consentiti soltanto gli eventi e le competizioni riguardanti gli sport individuali e di squadra riconosciuti di interesse nazionale o regionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato italiano paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva, ovvero organizzati da organismi sportivi internazionali”.
Un decreto che di conseguenza non interessa le società dilettantistiche regionali, che potranno quindi continuare ad allenarsi e giocare le partita domenicali.
A rimetterci sono le squadre che sono sotto l’egida dei comitati provinciali, quindi soltanto la Terza Categoria e tutte quelle società che hanno il settore giovanile con squadre che svolgono appunto i campionati provinciali.
Sembra essere una decisione molto dura quella del premier Giuseppe Conte, che fa distinzioni assurde senza alcun tipo di criterio. Qui si parla di discriminazione e il motivo è semplicissimo: perché un bambino dell’Under 14 Regionale può scendere in campo e l’amico che gioca nell’Under 14 Provinciale deve stare a casa il sabato pomeriggio o la domenica mattina? Sono ragazzi di 13 anni e non metterli sullo stesso piano è un comportamento grave, del tutto inspiegabile. E proprio per questo su tutte le furie ci sono le società, i bambini e le rispettive famiglie. E il fatto ancora più assurdo è quello delle Scuole Calcio, con tutti i bambini che fino a venerdì 13 novembre potranno soltanto allenarsi senza scendere in campo. Qualcosa di veramente impensabile. Proprio tra poco molti bambini e ragazzi tornavano a rivivere le emozioni del pre partita con tutte le proprie sfaccettature e invece ora si trovano a dover fare i conti con una decisione scellerata presa dal governo.
Questo Dpcm, analizzando la parte sportiva, parla chiaro. È talmente chiaro che tutti gli amanti del calcio hanno subito compreso dove voleva andare a parare: sulla discriminazione nei confronti della categoria provinciale. E c’è poco da fare. Perché di questo si tratta. Punto.