CALCIO Il Cr Lazio scioglie i dubbi: consentiti allenamenti individuali ma senza possibilità di contatto La Vecchia tira un sospiro di sollievo
MARCO GRANDE
Uno spiraglio di luce in mezzo ad un cielo tutto nero: il calcio dilettantistico, dopo l’ultimo Dpcm che aveva vietato le competizioni inerenti a sport di contatto a livello regionale, è da qualche ora a conoscenza della decisione stabilita dal comitato regionale Lazio secondo cui d’ora in avanti saranno consentiti su tutto il territorio laziale gli allenamenti tra gli atleti delle varie squadre, a patto che però gli stessi vengano effettuati senza alcun contatto fisico tra i ragazzi e nel pieno rispetto delle normative atte a contrastare l’emergenza epidemiologica connessa al Coronavirus. Se da un lato tale provvedimento non contribuisce a modificare la situazione inerente alla ripresa delle gare di contatto, sotto un’altra ottica le varie società potranno continuare a lavorare, seppure in modo totalmente diverso rispetto a quanto accaduto fino ad oggi, con i giocatori e questi ultimi potranno portare a loro volta avanti il proprio processo di crescita, misurandosi magari con esercizi a cui sono estranei, nonché continuare a sviluppare le relazioni sociali all’interno del gruppo. Una decisione, quella presa in mattinata da parte del CR Lazio, che veramente in pochi si sarebbero aspettati, visto e considerato che era sempre più insistente quell’impressione, mai tramutata in realtà, che i ragazzi delle giovanili e della prima squadra del Civitavecchia Calcio 1920 si sarebbero rivisti direttamente a fine novembre, sempre nel caso in cui la situazione legata al numero dei contagi lo avesse consentito. Il campionato nello specifico della Vecchia e di tutte le altre realtà sportive che si trovano nella stessa situazione dei nerazzurri, comunque, è lo stesso compromesso in quanto sono quattro le partite che in questo periodo di stop non verranno disputate; nel caso specifico del team di mister Paolo Caputo, poi, ci sono da recuperare ulteriori tre sfide a fronte delle prime cinque che in teoria si sarebbero dovute giocare. La crescente curva del contagio sta ponendo di fatto fine ad una stagione che a detta di molti non sarebbe dovuta neanche iniziare viste e considerate le drastiche condizioni con le quali si è aperta. Tanti sono ad oggi i punti interrogativi che a maggior ragione dopo lo stop si fanno sempre più intensi, come l’eventuale recupero delle partite, col campionato che, in caso di ripresa a fine novembre, potrebbe ripartire e sforare di un mese rispetto alla chiusura prefissata, o come il discorso inerente al Covid stesso: i positivi purtroppo, anche nel dilettantismo sono all’ordine del giorno e, in caso di Covid-19 attribuito ad un membro di una squadra, deve essere applicata la regola secondo cui il team coinvolto deve rispettare la quarantena, con conseguente rinvio delle successive due partite, proprio come accaduto per la Vecchia recentemente. Di questo provvedimento, intanto, parla patron Presutti: «Si tratta – afferma il numero uno civitavecchiese – di un piccolo respiro di sollievo soprattutto per i ragazzi: una società come la nostra ha circa trecentocinquanta atleti che, con questa decisione, vengono tolti dalla strada e gli viene data un’alternativa ai parchi. Si tratta di un sospiro di sollievo più che altro presente a livello umano. Quanto alla prima squadra, invece, è facile capire che questo provvedimento abbia non molti riscontri positivi in quanto il calcio è uno sport di contatto; gli allenamenti individuali senza la possibilità di avere situazioni ravvicinate, pertanto, sono molto stringenti, ma al tempo stesso ci atteniamo a quello che ci dicono, nella speranza di tornare a breve alla normalità». L’ultima frase del primo tifoso nerazzurro è quella da cui trapela la sua voglia di non arrendersi; al tempo stesso, però, vale la pena riflettere se sia necessario o meno proseguire il dilettantismo, con le difficoltà che si sono presentate fino ad ora che indubbiamente saranno riproposte: impianti privi di tifosi, possibile rinvio partite per casi covid ed altro Intanto, però, gli atleti potranno godersi queste piccole gioie le quali, nel nome della socializzazione e del benessere fisico, costituiscono una reazione importante al fine di rispondere a ciò che la pandemia vuole togliere a tutti noi, la gioia di vivere.