Ben 351 passeggeri provenienti dall’Inghilterra sottoposti a tampone: uno confermato positivo Variante Covid inglese: aeroporto blindato
FIUMICINO – L’aeroporto internazionale di Roma chiude le porte ai voli provenienti dall’Inghilterra, dove una nuova variante del Covid-19 sta mettendo in allerta non solo la Gran Bretagna ma tutta Europa. Diverse le nazioni che hanno chiuso i loro confini all’Inghilterra per arginare i contagi del nuovo “ceppo” che ha portato le autorità inglesi a decretare un lockdown totale per Londra. Imponente la macchina dei controlli messa in moto al “Da Vinci” di Fiumicino per verificare l’eventuale presenza di passeggeri positivi.
Dall’Unità di crisi Covid-19 della Regione Lazio fanno sapere che nella giornata di domenica nello scalo romano «sono stati sottoposti a test 351 passeggeri di rientro dal Regno Unito, di cui uno confermato positivo al tampone molecolare. E’ stato immediatamente posto in isolamento e si è avviata, presso l’Inmi Spallanzani di Roma, la procedura di isolamento della sequenza del virus per verificare la cosiddetta ‘variante inglese’».
«Il piano dei controlli ha funzionato. In pochi minuti si sono organizzati i flussi e il servizio è stato eccellente”, sottolinea l’Unità di crisi rivolgendo un “ringraziamento dovuto alle unità mobili Uscar, alla preziosa collaborazione di Aeroporti di Roma e all’Usmf. E’ stata emanata l’indicazione a tutti i laboratori della Rete Coronet del Lazio – aggiunge la nota – di mettersi in contatto con il Laboratorio regionale di riferimento dell’Istituto Spallanzani nel caso di positività al tampone molecolare di soggetti provenienti dal Regno Unito», precisa la Pisana.
Dallo Spallanzani però rassicurano: «Finora non si è verificata nessuna alterazione preoccupante della virulenza, ma bisogna mantenere alta l’attenzione. Nel Laboratorio di virologia dello Spallanzani è in corso la caratterizzazione della positività dei viaggiatori provenienti dall’Inghilterra».
«Come coordinatori dei laboratori della rete regionale abbiamo provveduto ad allertare tutti i laboratori della rete per intercettare eventuali casi da attribuire alla variante», aggiunge la direzione sanitaria dell’istituto che puntualizza, precisando che «i virus mutati sono comunque un’evenienza che si è già verificata in questa pandemia, portando all’avvicendarsi dei ceppi predominanti in vari periodi e in vari territori». «Ad esempio – ricordano gli esperti del centro di riferimento per le malattie infettive – subito dopo l’estate il ceppo predominante in Europa, compresa l’Italia, è stata una variante probabilmente introdotta dalla Spagna. E’ verosimile che in futuro si possano verificare altre varianti che saranno da sorvegliare con attenzione per verificare i cambiamenti di rilievo».