CALCIO A 5 SERIE C1 Il Lazio torna zona arancione, la stagione non può ancora riprendere Vecchia, il nuovo Dpcm suona come una sentenza
MARCO GRANDE
Era già tutto programmato, le date di ripresa erano state addirittura stilate nel 2020: la seconda metà di gennaio sarebbe stata dedicata alla ripresa della preparazione, poi i primi giorni di febbraio sarebbero stati quelli atti a recuperare le partite già precedentemente non disputate a causa dell’improvvisa seconda ondata dell’emergenza epidemiologica. Dal 15 febbraio, invece, si sarebbe tornati a fare sul serio.C’era pertanto anche un cauto ottimismo circa una possibile riapertura al calcio a cinque quando, invece, un altro decreto emanato dal Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte ha ulteriormente stravolto le carte in tavola: il Lazio diventa improvvisamente zona arancione, decisione che prolunga ulteriormente il periodo di slittamento della ripresa delle attività agonistiche, consentendo agli atleti la sempre più misera consolazione di disputare allenamenti in forma individuale e senza alcuna possibilità di contatto fisico. Una tragedia.Ne sa qualcosa anche il Civitavecchia Calcio 1920 di coach Simone Tangini, che di partite ufficiali, prima dello stop, ne aveva appena disputate tre; sembrava fosse il segnale per rispondere al meglio al Covid, ma il nemico durante l’estate s’è reso ancora più forte, dando soltanto l’impressione di arrendersi. Non andò proprio in questo modo. Le conseguenze per il dilettantismo sono molteplici e gravi, lo stop è imminente. I nerazzurri, nel caso specifico della società civitavecchiese, continuano i loro allenamenti in questa forma insolita, nella speranza di un decreto positivo nei loro confronti; il nuovo anno inizia e le ambizioni sono molte: è pur sempre impossibile pensare di essere immuni alle conseguenze apportate dal 2020, ma quanto meno in molti all’interno del gruppo pensano che la fine dell’inverno possa restituire un po’di sano agonismo. Invece, malgrado queste speranze, bisogna ancora attendere.Un’ulteriore attesa, tuttavia, potrebbe non bastare per le tempistiche: riprendere il campionato i primi di aprile, considerando che il mese di marzo sarebbe quello atto a preparare le squadre, sembra utopico quanto irrealizzabile, e di fatto per il secondo anno di fila la stagione verrebbe chiusa in anticipo, in quest’ultimo caso proprio all’inizio.Erano sicuramente tante le ambizioni della società, che quest’anno si era candidata seriamente ad un ruolo di sorpresa nel proprio girone del campionato di serie C1. Si era di fatto anche puntato sui giovani, sull’under 21 allenata da mister Carlo Cibelli, che in qualsiasi situazione avrebbe fatto comodo alla prima squadra. I due gruppi spesso si allenavano anche insieme, per affinare tattiche e schemi che, si sa, nel calcio a cinque sono rilevanti per togliersi di dosso gli avversari.Tutto era iniziato con una grande forza di volontà ma, alla fine, ci si è dovuti quasi arrendere di fronte ad un nemico invisibile, con la consapevolezza che comunque vada quest’anno la prossima di stagione sarà quella del riscatto un po’ per tutti, dagli addetti ai lavori in campo alle guide tecniche più in generale.C’è, tuttavia, chi ancora è ottimista e riesce a vedere il sole in mezzo ad un cielo tutto grigio sul quale pare che la pioggia arrivi da un momento all’altro, immaginandosi magari di tornare in campo verso la primavera. Perché, d’altronde, la speranza è sempre l’ultima a gettare bandiera bianca e a morire.