Veleni tra Vannicola e i Battilocchio, anche tre carabinieri tra gli indagati
I veleni di paese e le ennesime denunce per diffamazione che da ormai più di dieci anni periodicamente caratterizzano il dibattito e la cronaca di Tolfa stavolta hanno avuto un esito inaspettato: a finire iscritti sul registro degli indagati sono stati infatti a vario titolo i querelanti, da una parte e dall’altra, e tre carabinieri in servizio a Tolfa, tra cui il comandante ad interim della stazione. I fatti si riferiscono allo scorso anno. Al centro della vicenda l’artigiano tolfetano Davide Vannicola, il cui nome balzò agli onori della cronaca prima nell’inchiesta “Coop&Appalti” per la fuga di notizie relativi ad alcuni brogliacci della Guardia di Finanza (in cui fu prosciolto da ogni accusa) e più recentemente per la testimonianza nella vicenda dell’omicidio di Marco Vannini. Vannicola è da tempo in contrapposizione con alcuni personaggi del posto e con i quali le carte bollate sono “volate” da entrambe le parti in modo copioso. Il conflitto più aspro è con una delle famiglie più in vista del paese collinare: quella del deputato ed ex sindaco del paese Alessandro Battilocchio. Quest’ultimo capitolo della battaglia a colpi di querele si è aperto dopo ferragosto dello scorso anno, quando Vannicola scrisse su Facebook un post in cui sosteneva di essere stato minacciato con una frase urlata da un’auto su cui transitavano l’ex assessore alla Cultura del comune di Tolfa Cristiano Dionisi, oggi presidente di Unindustria a Civitavecchia (cognato dell’onorevole Battilocchio), insieme al suocero e al figlio. Nelle ore immediatamente successive a quel post, in cui c’era un riferimento anche al bambino, partirono diverse denunce e querele: prima da parte dello stesso Dionisi e di alcuni componenti della famiglia Battilocchio nei confronti di Vannicola, per diffamazione e stalking, e sempre per diffamazione, di Assuntina Antonacci, una donna che aveva condiviso il suo post e che già in passato era stata a sua volta al centro di una annosa diatriba (anch’essa contornata da denunce ed esposti con lettere e documentazione addirittura poi raccolta in un libro) con il Comune di Tolfa, dai tempi in cui era guidato da Battilocchio. Poi Vannicola, a sua volta sentitosi minacciato dalla frase a suo dire urlata dall’auto (“la morte è vicina”) e rivolta nei suoi confronti, come riportato su Facebook, il giorno successivo presentò anche lui presentato una denuncia.
A settembre, i Carabinieri relazionarono alla Procura della Repubblica di Civitavecchia, ricostruendo, dal profilo facebook di Vannicola, quella che venne dipinta come una vera e propria persecuzione social nei confronti della famiglia Battilocchio: secondo il maresciallo dell’Arma estensore dell’informativa Vannicola avrebbe avuto nei confronti della famiglia dell’onorevole una “morbosa ossessione” che, avendo coinvolto anche un minore, e con riguardo ai timori per la propria incolumità espressi nelle denunce contro lo stesso Vannicola, hanno portato i militari a richiedere addirittura la custodia cautelare in carcere per lo stesso Vannicola.
Era il 10 settembre e forse proprio a causa di questa richiesta così dura rispetto ai fatti contestati (polemiche e post velenosi su Facebook non contenenti comunque minacce alle persone) il pm titolare dell’indagine Alessandro Gentile a fine ottobre ha ritenuto di acquisire i tabulati telefonici di alcuni carabinieri della stazione di Tolfa e delle persone coinvolte nelle denunce (per capire se ci fossero stati contatti più o meno frequenti tra gli indagati e i militari in quel periodo), decidendo alla fine di procedere nei confronti di Vannicola e della Antonacci per la presunta diffamazione, ma anche di aprire altri due distinti fascicoli rispettivamente a carico di Dionisi e del suocero con l’ipotesi di calunnia e molestia nei confronti di Vannicola e nei confronti di tre carabinieri della stazione di Tolfa per l’ipotesi di falso ideologico e favoreggiamento. Si attende ora di conoscere l’esito delle indagini preliminari e quali saranno le richieste del pm per i vari fascicoli aperti.
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