In consiglio ha rinnegato la scelta di uscire dalla Città Metropolitana voltafaccia M5S, ennesimo calcio al passato
«Se volete uscire dalla Città Metropolitana, fatelo, ma con motivazioni serie e oggettive, non legate alla politica del momento. A questa farsa non partecipiamo». Testo e musica di Daniela Lucernoni, che in nome e per conto del Movimento 5 Stelle, in consiglio comunale ha espresso una posizione netta. Dalle alleanze più improbabili alle questioni rilevanti come l’acqua pubblica, la regola dei grillini è la stessa: in base al momento e alla poltrona occupata vale tutto e il contrario di tutto. L’uscita dalla Città Metropolitana di Roma era un cavallo di battaglia del M5S, come lo era la guerra agli inquinanti. Il tempo, tuttavia, ha raccontato un’altra storia: basta amministrare per dimenticare le azioni promosse quando dall’opposizione era più facile strillare in piazza. Così, con la scusa del rischio dissesto per il Comune, è stata giustificata la decisione di non affidare a un esperto esterno (così come fu chiesto dalla Regione Lazio) uno studio per poter uscire dall’area di Roma. Mancavano i soldi, si scrive. Aspettavamo i soldi, si legge. Perché, infatti, la vera motivazione è un’altra: il M5S non ha lasciato la Città Metropolitana poiché in attesa dei sei milioni di euro di finanziamento per poter avviare la raccolta differenziata. Una scelta di civiltà importante, che tuttavia a fine mandato l’amministrazione Cozzolino gestì malissimo e a soli scopi elettorali, regalando alla successiva amministrazione una situazione surreale per quanto riguarda il bilancio di Csp. Insomma, i grillini ancora una volta sono stati capaci di rinnegare le loro stesse scelte, con tanto di elogi al sindaco di Roma Virginia Raggi. Va detto che il voltafaccia M5S del 2014 portò alla spaccatura con i movimenti cittadini.