Replica al nostro articolo: «Si stigmatizzano atteggiamenti che possano interferire con gli uffici». Consentire di partecipare anche a ditte cittadine sarebbe un lecito indirizzo Imprese locali escluse, il Pincio: «Non è vero» Ma sul verde i fatti smentiscono il Comune
«È errato, fuorviante e del tutto inveritiero quanto comparso sulla stampa in ordine a un presunto affidamento diretto del servizio di cura e manutenzione del verde pubblico a Civitavecchia. In realtà risulta essere stata espletata una regolare procedura negoziata attraverso dialogo competitivo attraverso il Mercato della Pubblica Amministrazione (Mepa)».
A Palazzo del Pincio è risultato indigesto il servizio de
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di ieri sulle imprese locali tagliate fuori dalla possibilità di partecipare all’affidamento diretto per i 190.000 euro di manutenzioni del verde pubblico cittadino, in attesa della definizione della gara triennale da 2,2 milioni. L’articolo non contestava in alcun modo il tipo di procedura scelta, sul Mepa, ma faceva rilevare come – pur essendo state selezionate nominativamente 5 aziende, invitate a presentare una offerta per il servizio di manutenzione del verde pubblico, nessuna di queste fosse di Civitavecchia o dintorni.
Su questo, il comunicato dell’ufficio stampa del Comune tace, limitandosi poi ad aggiungere che «Alla procedura per l’affidamento triennale potranno partecipare tutte le aziende interessate». Certamente, trattandosi di una gara aperta visti gli importi del servizio. Nell’articolo di ieri la questione che si poneva era questa: soprattutto in un contesto di crisi come quello attuale, dovendosi fare degli inviti nominativi a presentare una offerta con una base d’asta di circa 190.000 euro lordi, perché non selezionare – a parità di requisiti e tra tutte le iscritte al Mepa per quella categoria di servizio – le ditte locali presenti nell’elenco? Invece a contendersi l’aggiudicazione della manutenzione del verde pubblico di Civitavecchia sono state chiamate 3 società di Roma, una di Fiumicino e una di Pomezia, che si è aggiudicata il servizio. Perché, proprio l’amministrazione del “prima i civitavecchiesi” ha finito invece per escludere del tutto dalla semplice partecipazione proprio le imprese locali? «Questa Amministrazione nella persona dei propri rappresentanti stigmatizza atteggiamenti che possano in ipotesi sfociare in interferenze rispetto alle procedure che mettono in atto gli uffici nell’interesse del buon andamento della pubblica amministrazione», si legge ancora nel comunicato.
Dare l’ indirizzo di coinvolgere le imprese locali, che risultino iscritte negli appositi elenchi e in possesso dei requisiti previsti, invitandole a parità delle altre imprese a partecipare a una procedura presentando la propria offerta in competizione con gli altri, non significa “interferire rispetto alle procedure che mettono in atto gli uffici nell’interesse del buon andamento della pubblica amministrazione”. Anzi, probabilmente non dovendo sopportare costi di trasferta, le ditte locali avrebbero potuto offrire un maggiore ribasso rispetto a quello di aziende di fuori facendo anche risparmiare soldi al Comune. «Relativamente alla categoria e al servizio oggetto dell’affidamento, le aziende locali hanno avuto nell’anno solare precedenti incarichi – aggiunge la nota – circostanza che dimostra l’attenzione, laddove possibile e nel rispetto delle norme che regolano le procedure di selezione, verso l’imprenditoria del territorio».
Perché allora in questo caso questa presunta attenzione non c’è stata, visto che non c’erano norme di alcun tipo ad impedirlo? Su questo, che era il nodo dell’articolo, il Pincio continua a non rispondere. Perché – a giudicare da questo tipo di impostazione – l’attenzione per l’imprend
itoria locale in realtà è assai poca. E non solo sul verde.
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