Nuovi particolari emersi a conclusione delle indagini Fondazione Cariciv, terzo indagato nella maxi truffa
CIVITAVECCHIA – “Danno patrimoniale di rilevante gravità”. Questo a conclusione delle indagini preliminari è quanto ipotizza il pm Federica Materazzo a carico dei tre indagati per la maxi truffa che ha messo in ginocchio la Fondazione Cassa di Risparmio di Civitavecchia. Al centro dell’inchiesta un investimento di liquidità per un valore pari a 25 milioni di euro in polizze assicurative che il professionista tolfetano P.F., all’epoca membro della commissione investimenti dell’ente avrebbe presentato come “estremamente vantaggioso e redditizio”, garantendo la compiacenza della commissione stessa, a fronte di una corresponsione in denaro pari a 600mila euro. Polizze emesse dalla Nucleus Life Ag con sede a Vaduz (Liechtenstein), con gestione del patrimonio da parte della Lp Suisse Capital Asset Management Ag con al vertice Danilo Larini, presidente del gruppo svizzero Lp Suisse Group. Allo stesso gruppo gli inquirenti legano il nome di un altro indagato, S.C., in qualità di Ceo della corrispondente società italiana broker Lp Suisse Advisor Srl, oltre a quello del civitavecchiese F.V., intermediario e mediatore negli accordi tra il Ceo e il professionista tolfetano. Accordi ritenuti dalla magistratura viziati da artifici e raggiri, consistenti non solo nel presentare come vantaggioso e redditizio l’investimento, ma anche nella stipula di contratti che avrebbero dovuto garantire alla Fondazione Cariciv un rendimento annuo del 6,5%, senza alcuna ulteriore analisi di mercato. Per quanto riguarda invece la Nucleus Life Ag e la Lp Suisse Capital Asset Management, viene contestata la presentazioni di bilanci falsificati con aumento fittizio degli importi dell’attivo in modo da agevolare l’autorizzazione all’investimento. Altro aspetto finito sotto la lente di ingrandimento degli investigatori è la produzione di una falsa appendice alla polizza assicurativa, stipulata con Nucleus life Ag, apparentemente migliorativa delle condizioni contrattuali poiché la stessa figurava quale garante del capitale investito, traendo così in errore sulla bontà dell’affare il cda della Fondazione Cariciv, inducendolo a versare in favore della Lp Suisse Capital Management un importo pari a 25 milioni in sette tranches tra gennaio e ottobre 2015, somme distratte da Larini attraverso l’acquisto di obbligazioni delle società Black Gold, (successivamente fallita), collegata ad altre società a lui riconducibili e in parte retrocedute al professionista di Tolfa e al civitavecchiese che ha fatto da intermediario e mediatore nell’operazione finita al centro dell’inchiesta. Tutto questo sulla base di accordi con conseguente ingiusto profitto in favore degli indagati e relativo danno per la Fondazione Cariciv. Una ricostruzione dettagliata, quella della Guardia di finanza, sfociata nel maxi sequestro di beni immobili, di conti correnti, di titoli e preziosi operati nei giorni scorsi per un valore complessivo di circa un milione di euro. Il resto per i due che avrebbero incassato i due pagamenti da 600mila e 400mila euro, parla di imposte sui redditi evase previa omessa indicazione nella dichiarazione del 2015.