Giovani guerrieri: l’urlo della nuova generazione
chiara pinzi e lorenzo marzola*
Quante volte gli adolescenti si sono sentiti ripetere le stesse affermazioni? Da “Sei sempre al telefono” a “Non fai mai nulla di utile”. Ormai lo stereotipo della cosiddetta generazione Z è quello di giovani che non fanno nulla per migliorare la società, ragazzi e ragazze sempre “incollati” ai loro dispositivi elettronici. Nella vita moderna, come direbbe Oscar Wilde, non c’è nulla che faccia più effetto di un luogo comune; ma è proprio dagli stereotipi che ci si deve porre delle domande sulla società attuale, su quanto le nuove generazioni, futuro del paese, vengano coinvolte nella vita attiva. Si stima che i giovani disoccupati in Italia siano quasi il triplo della media europea: dati dimostrano infatti che nel 2020 il tasso di disoccupazione giovanile sia risalito al 29,7%. Ciò dimostra l’oggettivo disinteresse nei confronti di questa parte della società, che potrebbe giustificare il fenomeno della “fuga di cervelli” verso l’estero, con uno sguardo proiettato alla ricerca di un posto di lavoro. Ma il grido dei giovani nel nostro paese non è di certo silenzioso. Numerose sono le proteste e le manifestazioni volte al cambiamento: dalle istituzioni scolastiche allo sguardo rivolto verso l’ecologia. Ragazzi e ragazze a cui interessa il loro dignitoso futuro e combattono affinché possa essere definito tale. Guerrieri che non possono e non vogliono passare inosservati di fronte all’ignavia del mondo: esigono una maggiore considerazione perché per ogni ragazzo che non trova opportunità nella nostra penisola, muore un pezzetto d’Italia.
*4A LSU Guglielmotti