UN ANNO DI CORONAVIRUS UN ANNO DI COVID A Ladispoli e Cerveteri code interminabili nei supermercati
LADISPOLI – Una lunga coda davanti ai supermercati aperti h24, durante la notte, per fare scorte alimentari. È stato questo il segnale che in Italia dall’indomani si sarebbe entrati in emergenza sanitaria. Immagini di code lunghe anche centinaia di metri avevano iniziato a fare capolino nei tg nazionali, quando anche a Ladispoli, quella sera in tanti si sono messi in coda (come avrebbero fatto nei giorni, nelle settimane a venire) per poter fare scorte. Una realtà stravolta, una quotidianità da riorganizzare, con negozi e scuole chiuse. E mentre tutti si aspettavano e speravano che il covid non si affacciasse in città, l’annuncio del sindaco Grando il 12 marzo 2020: primo caso di coronavirus a Ladispoli. A essere colpito un 75enne ricoverato al San Paolo di Civitavecchia. E proprio lui fu la prima vittima del covid-19. Da quel giorno a oggi, in città si contano 29 decessi. In un anno sono stati 1544 i positivi e 1.324 i guariti. Per settimane l’Aurelia e la Settevene Palo sono state letteralmente bloccate dalle auto in coda al drive in allestito alla casa della salute per poter effettuare i tamponi. Droni in volo, controlli delle forze dell’ordine per evitare assembramenti o passeggiate “clandestine”, la Sagra del Carciofo cancellata e rinviata a data da destinarsi. Oggi in città si contano quasi 200 casi. “Colpa” anche del cluster all’Ilaria Alpi dove nelle settimane scorse 10 docenti, 2 collaboratori scolastici e 9 bambini sono risultati positivi. E anche Cerveteri in questo anno di emergenza ha tenuto botta (sono 25 i decessi, 1.264 i positivi e 1.084 i guariti dall’inizio della pandemia), tra lockdown, restrizioni e controlli serrati da parte delle forze dell’ordine e con i volontari della Protezione civile (come a Ladispoli) in prima fila per aiutare chi in questa emergenza ha perso il lavoro e uno stipendio su cui contare.