Il presidente dell'Adsp attacca il suo predecessore accusandolo di aver Esposti alla Corte dei Conti, Musolino a viso aperto contro Di Majo: ”Inconcepibile il suo comportamento”
CIVITAVECCHIA – Sette esposti alla Corte dei Conti, alla fine del proprio mandato da Presidente. Sono quelli che, secondo quanto dichiarato ieri da Molo Vespucci commentando le notizie filtrate in questi giorni negli ambienti portuali, sarebbero stati presentati a firma di Francesco Maria Di Majo, che nel momento di scrivere alla magistratura contabile sapeva già di non essere stato riconfermato alla guida dell’ente di cui fino a quel momento aveva la massima responsabilità ed era il legale rappresentante.
Una azione che sarebbe senza precedenti da parte di chi avendo ricoperto una carica di verte in una pubblica amministrazione non se ne è andato sbattendo la porta, ma ha fatto molto di più, “avvelenando i pozzi”. E determinando una risposta, anch’essa senza precedenti, da parte del suo successore.
Di Majo avrebbe evidenziato della presunte criticità nella gestione, legate in modo particolare alle retribuzioni di alcuni funzionari e dirigenti dell’ente, ma anche, a quanto pare, alle società di servizi di interesse generale, alla gestione finanziaria dell’ente e ad alcuni contenziosi. Perché però scrivere a fine mandato senza intervenire prima, avendo il dovere e il potere di farlo ? Perché, anche nel caso all’origine dell’indagine sulla banchina 25, che ha portato al sequestro del terminal Rct, non si è intervenuto per risolvere la questione, come sta facendo ora l’amministrazione, anziché affermare in una sede ufficiale come il Comitato di Gestione che la situazione era diventata irregolare, dandosi un termine poi non rispettato per affrontarla?
Domande senza una risposta all’origine dell’ira dell’attuale presidente Pino Musolino.
«È inconcepibile – ha dichiarato a chi gli ha chiesto un commento alla vicenda – che chi è stato causa della gran parte dei problemi ereditati oggi rischia di crearne altri nel momento in cui, parlando ad esempio degli stipendi del personale, si era intrapresa una strada di concerto con dipendenti e sindacati, per intervenire gradualmente, nel rispetto di tutti. Inchieste del genere finiscono per entrare invece inevitabilmente a gamba tesa in questo processo. Sono arrivato in un ente trovando il bilancio bocciato e falle da riparare. Mi sono messo subito al lavoro, cercando di infondere ottimismo e di dare messaggi positivi all’esterno per avviare subito l’opera non certo facile di risanamento di questa Adsp. E subito ho cercato un’intesa con le parti sociali e con i dipendenti, consapevole già dei precedenti interventi, per intervenire gradualmente sulla spesa del personale. Mai mi sarei aspettato che chi ha diretto l’ente per quattro anni poi arrivasse a questo punto, senza aver adottato alcun correttivo durante il suo stesso mandato».
La Capitaneria di Porto su delega della Corte dei Conti ha già acquisito diversa documentazione presso gli uffici di Molo Vespucci. E questa ennesima criticità, in un quadro già estremamente problematico, rischia di rendere ancora più difficoltoso il rilancio di tutto il porto.