Ristretta cerimonia nei giorni scorsi per ricordare il sacrificio di quel 15 marzo 1799 Ricordate le gesta eroiche dei 149 combattenti che difesero Tolfa
TOLFA – Lo scorso 15 marzo la comunità di Tolfa ha ricordato le gesta ed il sacrificio dei tolfetani avvenuto il 15 marzo 1799: in quella data, infatti furono ben 149 i cittadini di Tolfa. A causa della pandemia e del lockdown l’amministrazione comunale non ha potuto svolgere una vera e propria commemorazione, ma la giunta Landi ha voluto comunque onorare i suoi eroi. Al momento della cerimonia ristretta erano presenti solo i rappresentanti istituzionali, quindi il sindaco di Tolfa Luigi Landi, il vicesindaco Stefania Bentivoglio, l’assessore Antonio Stefanini e i consiglieri comunali Domenico Lucianatelli e Mauro Tagliani. Il sindaco Landi ha ricordato le “straordinarie gesta eroiche dei quei combattenti che difesero Tolfa” e tutti hanno convenuto che tra tutte le feste e ricorrenze questa data rappresentava la più significativa e sentita per la cittadinanza di Tolfa che ricorda ancora oggi “l’estremo sacrificio di tanti nostri concittadini che hanno lottato per la propria terra, per le proprie famiglie, per la propria identità contro la violenza dell’invasore straniero”. Anche il consigliere Mauro Tagliani con il suo intervento ha ribadito con forza il valore di questa festa e di questi uomini; l’assessore Antonio Stefanini e Rosa hanno invece letto due poesie in rappresentanza del Circolo Poetico Bartolomeo Battilocchio. Antonello Astolfi, poeta dello stesso circolo, ha scritto un brano per i media in occasione dell’evento, ”Tolfa in fiamme, epilogo di un inferno, oltraggio alla religione, alle tradizioni dei padri, ruberie, soprusi. L’indomito popolo tolfetano non chinò la testa al nemico, si oppose ai portatori della falsa civiltà della falsa Repubblica Romana, stato fantoccio come chi la creò. Ardevano le case per vincere la resistenza, per annientare le difese della cara Patria, delle famiglie adorate, delle proprietà sudate di duro lavoro. Tutto in un giorno infinito. Tolfa bruciava, depredata dagli empi ed immorali invasori senza Dio, nemmeno l’argenteo busto di S.Egidio fu risparmiato, sembrava la fine con il santo patrono violato. I tolfetani combattevano con onore e furore, insensibili al dolore, fin quando non precipitavano insieme con i tetti delle loro case bruciate. La sera nel borgo le armi tacevano, ma i combattenti più duri, irriducibili, si asserragliarono dietro i bastioni dell’antica Rocca dei Frangipane, ultimo baluardo, ultima speranza, ardeva Tolfa, ardevano i loro cuori, indomiti guerreggiavano con furia mistica, sotto una fitta pioggia, fino a mezzanotte. Molti patrioti in armi si nascosero tra le rovine fumanti e nei boschi. Venne il nuovo giorno, il giorno dell’inganno: i francesi promisero a chi si fosse arreso di aver salva la vita. Al cospetto della Madonna della Sughera, una volta disarmati, scoprirono il disonore e la natura degli invasori: vennero imprigionati nel luogo sacro, legati a due a due, fatti uscire sul sagrato e fucilati. Insieme a tre canonici agostiniani del Santuario 140 martiri di Tolfa e della libertà furono giustiziati senza giustizia, altri 5 ribelli furono condot
ti a Roma, prigioniera giacobina, ed ebbero la stessa sorte amara. Quei francesi, con le mani grondanti di sangue dei giusti, si macchiarono d’infamia e disonore eterno, le fiamme di Tolfa li condannò all’inferno. Ai 148 patrioti imperitura gloria ed onore, ogni tolfetano li custodirà nel cuore. Infinita gratitudine e fierezza, Tolfa vive ancora”.