«Fui sollecitato da più parti a dimettermi»
LADISPOLI – «Il Sindaco usi lo stesso metro». L’ex assessore all’Ambiente, Francesco Prato, in quota FdI, prende una posizione in merito alla vicenda relativa al vicesindaco Pierpaolo Perretta e al suo rinvio a giudizio. Nei giorni scorsi il numero due di palazzo Falcone aveva annunciato la sua fuoriuscita da FdI per divergenze di vedute con alcuni membri del partito locale. E contestualmente il circolo locale aveva evidenziato come già prima dell’uscita di Perretta, avessero chiesto al Sindaco di congelare le deleghe al vicesindaco in attesa dei risvolti giudiziari. E proprio il commissario locale FdI, Giovanni Ardita, aveva fatto un “tuffo nel passato” ricordando come all’allora Assessore all’Ambiente era stato chiesto un passo indietro dopo il rinvio a giudizio per violenze domestiche nei suoi confronti dopo la denuncia della ex moglie.
E ora, dopo i riflettori accesi, questa volta in consiglio comunale, a intervenire sulla vicenda è stato proprio l’ex Assessore. «Dopo le dichiarazioni del Sindaco, sul rispetto della persona, sulla mia spontanea volontà di dimettermi, mi vedo costretto a dover ritornare indietro nel tempo per fare luce e dire soprattutto la verità su cosa è accaduto nel marzo 2018». Prato puntualizza come già prima delle elezioni amministrative che portarono alla vittoria del centrodestra, le sue vicissitudini giudiziarie erano ben note all’interno della coalizione e «per far crescere il partito e con le massime rassicurazioni ricevute dal Sindaco e dal partito stesso, decido di dimettermi come consigliere comunale per entrare a fare parte della nuova giunta del sindaco Grando. Tutto andava per il verso giusto e soprattutto FdI accresceva la sua visibilità e otteneva riconoscenza da parte dei cittadini. Nel frattempo io andavo in udienza per le mie vicissitudini personali senza alcun problema. Arriviamo al 1° marzo del 2018: era un giovedì mattina, giornata in cui si sarebbe dovuta celebrare un’ altra mia udienza, ma causa neve veniva rimandata. Domenica 4 Marzo si andava al voto per le regionali e sul Messaggero la Provincia compariva la mia foto con l’articolo che parlava del mio rinvio causa maltempo del mio processo, non dicendo nulla di nuovo di tutto ciò che tutti e sottolineo tutti gli addetti ai lavori sapevano, delle mie vicende personali, anche tutti i vertici del partito. Ma quella ahimè fu la scintilla che innescò contro di me tutta la voglia di “scaricarmi” dall’amministrazione. Fui sollecitato da più parti a dimettermi per non screditare il lavoro dell’amministrazione e del partito e, da uomo di fede politica, mi dimettei». Dimissioni frutto, come raccontato da Prato, «di una riunione organizzata in via Roma il giorno 11 marzo 2018 alle 11 circa in cui erano presenti Alessandro Grando, Giuseppe Grando, Patrizio Falasca, Renzo Marchetti, Antonio Agrestini e Ardita Giovanni, tutti pronti ad eccezione di Ardita a chiedere, per ragioni di integrità e serenità, le mie dimissioni. Non capii e non capisco ancora oggi cosa sia successo, torno a ribadire che non era assolutamente cambiato nulla dal giorno della mia nomina ad assessore, un semplice articolo di giornale che parlava del mio caso e del rinvio dell’udienza. Sono sempre stato attivo politicamente, la mia vita privata va a gonfie vele e mi sono anche laureato, mai stato più sereno di così! Quindi preoccupatevi della vostra serenità, la mia non è mai stata un problema. Il Sindaco usi lo stesso metro; i principi sono al di sopra delle persone e l’equità è una garanzia per la correttezza nei rapporti in senso universale, per quello che lui stesso a detto essere un valore fondamentale il rispetto delle persone».