Coronavirus: Ladispoli Attiva attacca la gestione della pandemia del Comune
LADISPOLI – Ancora una volta l’emergenza sanitaria finisce sotto i riflettori della politica. A puntare il dito contro l’amministrazione comunale per i 350 casi circa di covid in città, è Ladispoli Attiva.
Il neonato movimento politico attacca il sindaco Grando e la sua amministrazione comunale “rea” di non aver messo in campo «azioni concrete a contrasto dell’emergenza».
E i riflettori vengono nuovamente puntati sul consigliere FdI Raffaele Cavaliere (a cui il primo cittadino ha revocato la delega proprio per le sue teorie negazioniste e in contrasto con il pensiero e l’operare dell’amministrazione comunale, ndr) e sul taglio del nastro dell’area giochi a piazza Domitilla.
«Ci auguriamo che, il prima possibile, qualcuno da palazzo Falcone batta un colpo e ci spieghi quali strategie e strumenti saranno predisposti per intervenire su questo trend». E da Ladispoli Attiva invocano la firma di qualche ordinanza in materia di contenimento preventivo (forse ulteriore all’ordinanza firmata il 15 marzo scorso, in concomitanza con l’ingresso del Lazio in zona rossa, ndr) e in «campagne di sensibilizzazione sull’emergenza sanitaria in corso e l’aumento dei controlli anti assembramento»
E dal neonato movimento politico suggeriscono l’implementazione attraverso il Coc (centro operativo comunale), operativo già da oltre un anno, dall’inizio del lockdown con l’assistenza agli anziani, la consegna dei pacchi alimentari anche in collaborazione con i servizi sociali del comune, la Croce Rossa e la Caritas oltre che la Protezione civile comunale, «del servizio di polizia e di tutte le altre forze in campo a difesa della salute pubblica locale».
«Ps: il sindaco Grando potrebbe prendere ad esempio il Comune di Fiumicino dove il Coc è stato un utilissimo strumento per la gestione a livello comunale della pandemia».