COMMENTO AL VANGELO DELLA DOMENICA Domenica delle Palme
Don Ivan Leto*
Dopo il cammino quaresimale, in questa Domenica delle Palme entriamo nel vivo della Passione del Signore. La Settimana Santa (o Autentica), ci fa vivere la massima espressione dell’Amore di Dio verso l’umanità intrisa di contraddizioni. Proprio nell’amore che si dona fino a morire, comprendiamo il senso della Passione di Gesù. Ogni volta che leggiamo i testi evangelici della Passione, restiamo sempre attoniti nel vedere tanta crudeltà che si scaglia nei confronti di un giovane uomo, di un innocente, che ha dedicato tutta la sua vita ad amare il prossimo. Questo brutale scenario, non è un dramma accaduto duemila anni fa, ma è la triste realtà che ancora oggi continuiamo a vedere in tante persone segnate dal dolore ingiusto. Questa è la logica del potere che mira a rendere gli uomini rivali tra di loro. Il Vangelo della Passione secondo Marco comincia con due immagini: l’imminenza della Pasqua ebraica durante la quale si concretizza il complotto decisivo contro Gesù da parte delle autorità religiose giudaiche e il nuovo Regno di Dio, che sta per essere impiantato definitivamente nel mondo con il sacrificio di Gesù in Croce. L’altra immagine che l’evangelista ci offre è la presenza di Gesù a Betania nella casa di Simone. Un clima familiare. Gesù si trova a tavola nella casa di Simone, ad un tratto giunge una donna con un vaso di alabastro, pieno di profumo di nardo, e compie un gesto eloquente: versa il contenuto sul capo di Gesù. Il gesto della donna non passa inosservato, anzi crea indignazione tra i presenti perché viene concepito come un inutile spreco. È un gesto di pura fede, anticipa per Gesù il senso della sepoltura. Nella Passione si evince il concetto teologico della “kenosis”: come Dio si è spogliato della sua divinità per rivestirsi della nostra carne mortale, così l’uomo è chiamato a spogliarsi per rivestirsi della divinità del Cristo.
*Don Ivan Leto
Parroco di San Gordiano
Diocesi Civitavecchia – Tarquinia