Nel 2019 la società riuscì a spuntarla al Consiglio di Stato grazie ad un documento del Pincio che sarebbe dovuto rimanere segreto Forno crematorio, chiesto il rinvio a giudizio per la talpa del Comune
CIVITAVECCHIA – Sono passati due anni da quella decisione del Consiglio di Stato che, pronunciandosi sulla sospensiva relativa al limite di 2080 cremazioni l’anno per quanto riguarda l’esercizio del forno crematorio, superò le prescrizioni comunali, dando sostanzialmente ragione al Gruppo Altair al quale appartiene Tempio Crematorio Civitavecchia. Scoppiò subito il caso, con tanto di j’accuse e i comitati tornarono a protestare, alzando i toni dello scontro: quel ricorso fu perso perché la Tempio Crematorio tirò fuori un documento nel quale veniva riportata l’inconsistenza di motivi ostativi alla prosecuzione dell’attività di cremazione con relativo aumento in termini di salme. Documento già agli atti del Comune di Civitavecchia, che sarebbe dovuto rimanere segreto e che invece diede una grossa spallata alla linea del Comune a suo tempo impostata dall’ex sindaco Cozzolino e dal M5S, servendo alla Altair un assist clamoroso. Chi trasmise quell’atto alla Tempio Crematorio, tanto da concederle un grosso vantaggio al Consiglio di Stato? Partì subito la caccia alla talpa e in poco tempo fu additato un dipendente comunale ritenuto colpevole di aver trasmesso una mail con il documento alla società, che poi lo ha utilizzato in giudizio contro il Comune.
Rivelazione di segreto d’ufficio, di questo dovrà rispondere l’indagato, in quanto, in qualità di incaricato di pubblico servizio, avrebbe utilizzato illegittimamente notizie che per loro natura sarebbero dovute rimanere riservate. La denuncia fu presentata dal sindaco Ernesto Tedesco e la macchina della giustizia si mise subito in moto. L’udienza preliminare è in programma per il 20 luglio.
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