Osservatorio Ambientale, disaccordo in consiglio: il sindaco Giulivi revoca l’incarico all’assessore Marzia Marzoli
TARQUINIA- E’ finita con la revoca dell’incarico all’assessore all’Ambiente Marzia Marzoli la giornata di oggi che ha aperto una crepa evidentemente insanabile nel cuore della maggioranza del sindaco di Tarquinia Alessandro Giulivi.
A generare divergenze di vedute, il punto 13 all’ordine del giorno del consiglio comunale relativo al Consorzio per la gestione dell’Osservatorio Ambientale, con il rientro del Comune di Civitavecchia e l’aggiornamento della convenzione e dello statuto. Punto passato al termine di una lunga discussione con undici voti a favore e due contrari (Conversini e Andreani).
La neo assessora Marzoli, rimasta silenziosa durante la lunga assise, anche di fronte alle prime sollecitazioni della minoranza circa i soldi Enel inseriti in bilancio, ha infatti preso la parola solo al punto 13 con una netta presa di distanza dalle posizioni del sindaco Giulivi e del resto della maggioranza.
Ne è scaturito un botta e risposta tra sindaco e assessore consumatosi poi in una giunta convocata d’urgenza e con un finale che sancisce il “divorzio” a soli due mesi “dal matrimonio”.
Nel decreto sindacale, il numero 29 del 31 marzo 2021, Giulivi motiva la decisione in quanto “il comportamento dell’assessore Marzoli non è del tutto rispondente con alcune scelte fondamentali dell’attuale maggioranza di governo locale” e poiché “è venuto meno il rapporto fiduciario tra l’assessore e il sindaco, con conseguente difficile attuazione del programma politico”.
Iniziato con toni bassi e ritmi relativamente rapidi, il consiglio comunale a Tarquinia ha visto alzare il livello di attenzione sul punto tanto atteso, quello appunto dell’Osservatorio. Il tema è stato introdotto dal sindaco Alessandro Giulivi. “Come ben sapete – ha detto il primo cittadino di Tarquinia – il Consorzio è stato istituito nel 2003, con un accordo tra Enel e Comune di Civitavecchia a seguito del quale Enel si impegnava a versare al Comune di Civitavecchia delle somme soggette ad aggiornamenti. Il Comune di Tarquinia con una delibera di consiglio comunale (la nr.15 del 25-03-2009) ha aderito all’osservatorio che ha lo scopo di analizzare lo stato ambientale del comprensorio attraverso l’analisi dei livelli complessivi degli inquinanti. Qui vanno i soldi che dobbiamo utilizzare per i nostri concittadini. Con l’uscita del Comune di Civitavecchia dal consorzio era venuta meno l’unica entrata corrente di cui beneficiava l’organismo, pari a un milione di euro, finalizzata a sostenere le attività di funzionamento del consorzio. Come sappiamo, ormai da molti anni le nostre centraline sono spente perché di fatto non funzionano più. Il consorzio attualmente ha la sede alle Saline, la presidenza ce l’ha il Comune di Tarquinia e attualmente l’amministratore utilizzava le somme solamente per pagarsi gli stipendi. Era un mero funzionamento di gestione interna e basta . Poi è accaduto che Civitavecchia ha richiesto di rientrare e quindi l’ osservatorio, in base alle delibere che stanno adottando tutti i Comuni che sono Tarquinia, Civitavecchia, Santa Marinella, Tolfa, Allumiere e Monte Romano, ritornerà a fare quello per cui era stato costituito. I soldi quindi servono per verificare quello che la centrale a carbone ha fatto o sta facendo o farà sul territorio. Nel caso in cui queste somme non fossero utilizzate per gli scopi elencati, il Comune di Tarquinia uscirà dal consorzio immediatamente, senza ombra di dubbio. Se uno vuole utilizzare questi soldi per altri scopi Tarquinia uscirà subito. Dobbiamo fare uno studio sui tumori e su altri ambiti legati alla salute e all’ambiente”.
Ma Marzia Marzoli, dal canto suo, ha respinto in toto l’impostazione. Prima ha risposto alle sollecitazioni di Celli e Conversini, e poi è entrata nel merito dell’Osservatorio. Agli esponenti della minoranza Marzoli ha ricordato che “le responsabilità politiche rimangono in capo a chi le ha prese. Su tutta la questione dei soldi che riguardavano le dichiarazioni di quando ho fatto il candidato sindaco – ha detto – sono cose che riguardavano appunto l’idea di fare il sindaco. Io sono stata chiamata a fare l’assessore esterno e quindi rispondo solo di quello che chiaramente sta accadendo da quando sono arrivata. Dico questo perché tutti i soldi che sono stati presi dalla vecchia amministrazione sono comunque soldi che non sono mai stati neanche minimamente pensati per una ricaduta ambientale piuttosto che sanitaria. Se ne sono guardati bene, per cui Conversini quando dice di spendere i soldi in un certo modo, dovrebbe ricordarsi che non ha mai aperto bocca. Quando dico mai è mai. 14 milioni e 500mila euro più 750mila euro per dieci anni. Ora mi sono occupata di tutti i problemi che questo paese si è trovato, uno dei più importanti è quello della presenza di un’area industriale che vogliono utilizzare per tanti scopi che non sono condivisi, vedi l’inceneritore e vedi tantissimi impianti che vogliono realizzare, proprio perché c’è un’area industriale voluta dall’amministrazione Mazzola e che è stata estrapolata da una zps”.
Parole pesanti poi sulla questione Osservatorio: “La volontà di questa amministrazione è di procedere con una delibera che in un solo colpo approverebbe la decisione di riattivare il consorzio e di legittimarlo rispetto al passato – ha scandito Marzia Marzoli – Decisione che non ha visto il mio coinvolgimento e di cui non sono stata neanche messa a conoscenza, né della sua attuazione né del fatto che sarebbe stata portata quest’oggi in consiglio. Non ho usato i social, non ho risposto sulla stampa per spiegare la mia posizione come assessore perché credo che la sede per esplicitare a tutti i motivi della mia contrarietà, sia solo e soltanto questa perché in una democrazia così si dovrebbe fare. Dissento da questa mancanza di rispetto nei confronti dell’assessore che apprende questa decisione leggendo la convocazione del consiglio comunale. La discussione andava fatta prima: per esempio si potevano approfondire i limiti della gestione del consorzio, si sarebbero potuti analizzare i bilanci e considerare l’opportunità dell’opzione zero”.
Quindi il racconto dell’iter che ha portato all’Osservatorio: “La storia è nota: tra le prescrizioni del 2003, che ha approvato la centrale, c’era questa che chiedeva un osservatorio ambientale allo scopo di analizzare sì lo stato ambientale del comprensorio attraverso l’analisi e tante altre cose già dette, ma soprattutto che vedeva il coinvolgimento di tanti rappresentanti istituzionali (Regione Lazio, Provincia di Viterbo, Comuni interessati, Asl, Arpa) quello che poi è stato definito con un po’ di ritardo dalla Regione Lazio l’osservatorio ambientale di Tvn che è quello che sta sul sito della Regione, quello che però non funziona perché nessuno se ne interessa perché i fondi la Regione Lazio non glieli ha mai dati, o quasi. Questo osservatorio – ha ricordato la Marzoli – fu una battaglia del movimento No-coke, fu figlia di una diffida sottoscritta al Ministero dell’Ambiente che portò a chiarire nel 2009 che le attività in carico all’osservatorio di cui al decreto Via, non potevano essere finanziate da Enel. L’osservatorio ambientale di Tvn riconosciuto con ottemperanza dalle prescrizioni è solo quello che è stato formalizzato in Regione. Dopo tutto, il consorzio aveva soltanto un unico scopo: la gestione delle quattordici centraline che Enel aveva ceduto a titolo di comodato gratuito al Comune di Civitavecchia. Queste centraline sono disseminate in tutti i Comuni e prima erano certificate dalla Bilab, poi dal 2016, quando il Comune di Civitavecchia ha fatto la convenzione con la Regione Lazio e l’Arpa, sono in capo all’Arpa. Queste centraline costano cinquecentomila euro l’anno e la convenzione scadrà il prossimo anno. Queste sono decisioni politiche».
Poi l’affondo: «Non ho paura del giudizio del sindaco, né tantomeno se alla fine di questo intervento deciderà di ritirare le mie deleghe – ha detto la Marzoli – Ritengo doveroso farlo così, perché riattivare il consorzio ritengo che sia un grave errore. Lo era all’inizio e lo sarà anche adesso». «Sono contraria – ha spiegato – perché è dal 2007 che seguo queste vicende e sono sicura di quello che dico. Siamo nel 2021 non è successo mai niente di buono purtroppo anche perché è un osservatorio e non ha altri strumenti. Ricordo che era un po’ l’essenza che si diceva nel 2007, durante lo sciopero della fame, durante i consigli comunali dove c’era il nostro sindaco che chiaramente diceva cose molto coerenti a quelle che ho detto io. Non posso dire se lui abbia cambiato idea, ma io non l’ho fatto. Ho sempre tenuto gli occhi aperti mi sono informata ed è il caso di ricordare che, per gli errori fatti dall’amministrazione Mazzola, quando tutti si sentono tranquilli sui dati delle centraline, devono ricordarsi degli oltre sei milioni e trecentomila metri cubi di emissioni all’ora, dell’aumento delle ore di lavoro e di tutto quello che è successo fino ad ora. Ben altra cosa sarebbe stata l’azione forte del nostro Comune di richiedere alla Regione Lazio la riattivazione dell’osservatorio regionale, a partire anche dalla sola volontà di rappresentarlo perché Tarquinia non lo ha mai fatto poiché Mazzola si rifiutava di riconoscerlo. Mencarini aveva intenzione di nominare un rappresentante, perché le centraline andavano gestite e gli studi andavano fatti in maniera ufficiale. Il consorzio non ha valore istituzionale, lo ha solo quello della Regione Lazio, lasciata sempre senza fondi, tranne il primo anno. Vorrei soltanto dire – ha concluso – che come assessore esterno dichiaro il mio dissenso e rimando al mittente tutto quello che è stato detto perché l’ambiente, questa parola con la A, non sanno neanche dove sta”.
Subito la risposta del sindaco Alessandro Giulivi. “Credo che l’assessore quando è entrato in questa amministrazione sapeva bene che il Comune di Tarquinia faceva parte di questo consorzio e che il sindaco ne era il presidente; come sapeva benissimo che il Comune di Tarquinia prendeva oltre 700mila euro da Enel. Quindi tutto quello che andava fatto, doveva essere fatto prima di accettare di fare l’assessore esterno. Questa è solamente una logica conseguenza del non aver preso bene evidenza di quello che stava facendo questa amministrazione. Intanto la ringrazio dell’operato svolto in questo poco tempo”. Parole lapidarie seguite poi dal decreto sindacale.
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