Tedesco sempre più schiacciato su Mecozzi e non in sintonia con il suo partito Nuovo schiaffo alla Lega
Nuova porta in faccia alla Lega su Csp. Dopo il caso Podda, che ha portato alla fine dell’idilliotra il sindaco Ernesto Tedesco ed il suo consigliere sul carroccio, Dimitri Vitali (con il primo cittadino che, in perfetta coerenza con quanto fatto in precedenza con i vari Grasso, Serpa, Galizia avrebbe preso un impegno per la nomina di Patrizio Podda, poi disatteso in meno di 24 ore), stavolta è toccato a Matteo Mormino fare le spese delle decisioni (o non decisioni) prese da palazzo del Pincio, Villa Albani e dintorni sulla gestione della municipalizzata.
Al momento di assegnare le deleghe in seno al consiglio di amministrazione infatti, pare che il presidente Fabrizio Lungarini le abbia di fatto tenute tutte per sé, senza assegnarne alcuna a Valentina Sanfelice di Bagnoli, ma soprattutto a Matteo Mormino, espressione leghista in seno al cda, per il quale proprio il partito guidato da Antonio Giammusso (che poi, per inciso, è lo stesso partito del Sindaco) avrebbe richiesto alcune deleghe per ambiti specifici della gestione aziendale. Lungarini avrebbe, per il momento, archiviato la pratica affermando di non avere ricevuto indicazioni in tal senso dal socio unico (che è sempre il Sindaco).
Insomma, in quel che resta della maggioranza di Tedesco, i salviniani, pur essendo il primo partito della coalizione, sembrano essere regolarmente relegati dal primo cittadino al ruolo di comprimari, un giorno di Forza Italia, un giorno della Lista Tedesco (alias Polo Democratico), un giorno addirittura del gruppo misto.
In questo quadro, sul futuro della società si addensano nuvi sempre più scure, come da mesi va dicendo l’ex vice sindaco Massimiliano Grasso: la mancata completa attuazione della delibera 78, con la scelta di non ricoprire le perdite 2020, lasciando la società con il patrimonio netto negativo e rendendola quindi non finanziabile dalle banche, unita agli ulteriori sviluppi negativi di inizio anno, potrebbero di fatto averne segnato il destino, a questo punto – se fosse così – in ossequio ad una regia che tutto vuole meno che il salvataggio dell’azienda.
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