A 20 anni esatti dalla vittoria del 2001, il primo sindaco del centrodestra cittadino sta tessendo una tela di rapporti a tutti i livelli per il dopo Tedesco pincio De Sio prepara il ritorno in campo
«Ero a disposizione della mia città due anni fa e lo sono ancora». La dichiarazione, che dovrebbe suonare come un campanello di allarme per il sindaco Ernesto Tedesco, è di chi ha deciso di rompere il silenzio (politico) dopo diversi anni: quel qualcuno è Alessio De Sio, oggi capo per l’Italia delle relazioni istituzionali e della comunicazione di un colosso mondiale delle telecomunicazioni, ieri primo sindaco di centrodestra a Civitavecchia.
Peraltro, è significativo anche il momento in cui De Sio ha scelto di rompere il lungo silenzio: giovedì prossimo saranno trascorsi esattamente 20 anni dalla sua vittoria elettorale, che allora portò un giovanissimo consigliere provinciale (aveva appena 33 anni) a diventare come detto il primo sindaco, nell’allora rossa Civitavecchia, di una coalizione di centrodestra dopo i 7 anni delle prime due giunte Tidei.
Nonostante gli impegni e le soddisfazioni professionali (ha appena vinto per la sua azienda il premio quale miglior capo della comunicazione e dell’istituzionale nel mondo e insegna ai Master della 24Ore Business school nel corso di Lobbing, Governance & Public Affairs) De Sio negli ultimi tempi ha intensificato gli incontri con gli amici, i quadri di partito e gli assessori e consiglieri di ieri e di oggi. La festa per i 70 anni di Roberto Passerini (che fu assessore ai Lavori Pubblici quando Tedesco era il vice di De Sio) è stata l’occasione per rimettere attorno allo stesso tavolo ex di Forza Italia, di An e poi del Pdl con esponenti di primo piano in particolare della Forza Italia di oggi. L’amicizia ventennale con Alessio Romagnuolo e la presidente del Consiglio Comunale Emanuela Mari non è certo un mistero. Ma stavolta la sensazione è che si vada oltre una semplice rimpatriata all’insegna dell’amarcord. E le uniche, poche ma significative parole dello stesso De Sio ne sono la clamorosa conferma.
Il riferimento è alla campagna elettorale di due anni fa, quando proprio tramite Romagnuolo De Sio incontrò Tedesco (il contenuto di quell’incontro è rimasto sempre riservato) ma soprattutto a quanto accadde in piena emergenza Covid lo scorso anno, quando in assoluta carenza di mascherine, tramite De Sio ne vennero donate 1200 al San Paolo, nel più assoluto gelo e silenzio da parte di Tedesco. Lo scorso dicembre poi l’ex sindaco intervenne nello sterile (e mal riuscito) tentativo dello stesso Tedesco di polemizzare con il senatore Andrea Augello, ricordando quanti finanziamenti fossero arrivati per la città quando Augello in Regione era assessore al Bilancio della giunta Storace.
Gli incontri di oggi (diversi e ad ampio raggio)e la tela di relazioni bipartisan che De Sio è in grado di tessere a tutti i livelli (e in particolare nel centrodestra avendo rapporti con tutti, dalla Lega a Forza Italia, fino a FdI in cui peraltro Giorgia Meloni era consigliere provinciale a Palazzo Valentini insieme a lui) fanno aprire un orizzonte nuovo sulla politica cittadina. Dove a tenere banco non è più il possibile rientro di Fratelli d’Italia in un quadro azzerato per la seconda metà della consiliatura, ma direttamente un dibattito serrato sul dopo-Tedesco di cui ormai più di uno tra osservatori e decision-maker parla come non come una remota eventualità ma come possibile imminente realtà.
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