Il 32enne finito in manette figura tra gli ultimi contatti telefonici avuti con l’uomo trovato agonizzante riverso a terra in un lago di sangue Giù dal balcone: spacciatore indagato sul caso del civitavecchiese
TARQUINIA – I loro nomi erano tra i contatti recenti registrati sul cellulare del 35enne civitavecchiese, A.I., trovato agonizzante riverso a terra la notte tra il 12 e il 13 giugno a Tarquinia, dopo un volo dal balcone della casa dei genitori situato al terzo piano. E non è stato difficile, per i carabinieri al comando del luogotenente Stefano Girelli, capire che bisognava indagare su quei soggetti.
Tanto che sabato i militari, su disposizione della Procura della Procura della Repubblica di Civitavecchia, hanno proceduto con verifiche e perquisizioni dei due pregiudicati della città etrusca, noti e già denunciati per avere ceduto cocaina in precedenti azioni di spaccio.
A casa di uno dei due, un 32enne del luogo, i carabinieri hanno trovato occultati 14 grammi di cocaina, 10 di hashish e 9 di mannite. La droga è stata sottoposta a sequestro e il soggetto è stato immediatamente dichiarato in arresto e sottoposto a detenzione domiciliare. L’altro, di 30 anni, è stato invece denunciato a piede libero.
L’uso di droghe, oltre alla depressione per preoccupazioni personali, secondo la pista seguita dagli inquirenti, sarebbe quindi alla base di quanto accaduto quella notte al 35enne, tuttora ricoverato in gravi condizioni al Gemelli di Roma con fratture in tutto il corpo. Droghe che, con ogni probabilità, secondo gli inquirenti, avrebbero un nesso con lo spacciatore arrestato. I carabinieri, secondo quanto appreso, avrebbero infatti trovato dei fittissimi scambi di messaggi whatsapp tra il civitavecchiese – che da qualche tempo si era trasferito a Tarquinia dai genitori, dopo l’allontanamento dalla famiglia a Santa Marinella -, e lo spacciatore arrestato. Messaggi scambiati fino a poco prima che A.I. fosse trovato a terra in un lago di sangue.
Alla luce anche del diverso materiale rinvenuto a casa del 35enne, e ancora al vaglio degli inquirenti, la Procura della Repubblica di Civitavecchia ha pertanto ritenuto di iscrivere lo spacciatore nel registro degli indagati per aver cagionato lesioni gravissime come conseguenza del reato di spaccio. Saranno ulteriori accertamenti a definire i dettagli dell’ipotesi di reato e di una situazione che in ogni caso contribuisce a mettere in luce le gravi conseguenze, anche psicologiche, che possono derivare dall’uso incontrollato di droghe, specie in soggetti deboli o già afflitti da preoccupazioni.
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