Csp, tutti i rischi di Tedesco
Che l’amministrazione navigasse a vista su Csp dopo la sostituzione del vice sindaco e assessore alle Partecipate Massimiliano Grasso con Daniele Barbieri era apparso evidente fin dall’inizio.
Ora è una certezza, con le ultime trovate estemporanee (e contraddittorie tra loro, come l’assunzione di un direttore generale che era stata cassata a ottobre per non aumentare i costi della società e oggi viene invece messa a bando con il consenso, anzi l’indicazione di chi prima era contrario) che anziché dare completa esecuzione alla delibera 78 che avrebbe già salvato Csp, stanno finendo di affossare la società.
L’ultima chicca in ordine di tempo è quella che è già stata discussa in maggioranza e che dovrebbe presto sbarcare in Consiglio Comunale: ossia una nuova iniezione di liquidità nella società da parte del socio unico, con risparmi provenienti dal Covid.
Al di là del fatto che tutto questo sembra proprio delineare quanto definito e vietato dalla Corte dei Conti come soccorso finanziario, la delibera dovrebbe comunque essere votata in Consiglio Comunale, dove Tedesco non ha i numeri: senza Roberta Morbidelli, autodichiaratasi in conflitto di interesse già per la delibera 78, servirebbe inpartenza la stampella Petrelli e non è detto che basterebbe. A quanto pare, infatti, proprio durante la maggioranza in cui si è discussa questa ipotesi, la Lega avrebbe avanzato più di una perplessità a coinvolgere i propri consiglieri in una operazione seriamente a rischio di costituire un danno erariale, essendo la delibera 78 ancora vigente e in parte disattesa grazie ad una delibera di Giunta (!), non essendo stato aggiornato il piano di ristrutturazione alla luce dei fatti e delle perdite che l’azienda continua ad accumulare.
Stupisce che né il controllo analogo, né il collegio dei revisori dei conti della società abbiano ancora mosso dei rilievi in tal senso, lanciando degli alert che né il Sindaco, né gli amministratori di Csp possono certamente ignorare, stante la precaria (per non dire drammatica) situazione economico finanziaria dell’azienda.
Stupisce, tutto questo, ancora di più considerando che tra la Giunta,partendo dal Sindaco, ed il Consiglio di Amministrazione della società, gli avvocati sono ben 7 (sette) ma a quanto pare nessuno si pone il problema delle gravissime conseguenze di quanto si stia (o non si stia) facendo rispetto alla partecipata.
In particolare, Ernesto Tedesco, ma questo lo abbiamo già scritto a più riprese fin dallo scorso dicembre, sta assumendo sulle sue spalle tutte le potenziali responsabilità di carattere politico, amministrativo, contabile (per un eventuale danno erariale) e forse anche penale (qualora si dovesse concretizzare una situazione simile a quella che ad esempio ha portato il Tribunale di Salerno a condannare un sindaco per bancarotta impropria rispetto ad alcune decisioni prese come socio unico in una municipalizzata poi fallita). Quale è la strategia e quali sono gli obiettivi del primo cittadino rispetto ai rischi che si sta assumendo? Nessuno, finora, ha saputo dare una risposta a
questi interrogativi. Forse a partire dallo stesso
Tedesco
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