Le barzellette di Tedesco e Magliani non fanno ridere la Lega
Il primo passo, come preannunciato sul Diario di ieri, la Lega lo ha mosso nei confronti del sindaco Ernesto Tedesco.
Una delegazione composta dal capogruppo e dal coordinatore del partito, al secolo rispettivamente Raffaele Cacciapuoti e Antonio Giammusso, pare che l’altra sera abbia incontrato il primo cittadino, ponendogli la questione che ormai da giorni era nell’aria, dopo il famoso pranzo sul lungomare con i consiglieri di Fratelli d’Italia, della Svolta, e gli ex assessori Massimiliano Grasso e Simona Galizia. Cacciapuoti e Giammusso si sarebbero fatti portavoce di tutto il gruppo consiliare, sottoponendo a Tedesco la necessità di un “pit stop” per verificare la possibilità di tornare alla coalizione che nel 2019 è uscita vittoriosa dalle urne portando lo stesso Tedesco a palazzo del Pincio.
Sul possibile rientro di Fratelli d’Italia e della Svolta però il Sindaco avrebbe fatto spallucce, ripetendo il suo solito mantra circa il posto in Giunta disponibile per FdI, sentendo però tutte le altre forze politiche. Insomma, il Carroccio da un lato ha manifestato una preoccupazione sempre più forte rispetto all’ostinazione degli altri alleati e dello stesso Sindaco nel voler rimanere con la maggioranza ridotta a tredici, con la necessità di ricorrere sempre più spesso alla stampella di Vittorio Petrelli, e con le commissioni e la conferenza dei capigruppo ormai di fatto ingessate per l’atteggiamento aventiniano assunto negli ultimi giorni dai consiglieri della Lega.
Il contrasto difficilmente sanabile, soprattutto in seguito al passaggio della consigliera Roberta Morbidelli accanto a Mirko Mecozzi e Barbara La Rosa, nel tentativo di blindare la posizione del vice sindaco e super assessore Manuel Magliani, è proprio tra le due liste del sindaco: la Lega, ossia il partito di cui Tedesco fa parte, e la Lista Tedesco, che è quella attorno a cui ruota ormai praticamente tutta l’amministrazione, relegando le altre forze in posizione subalterna.
Tutte le decisioni più importanti passano dall’assessorato di Magliani, dalla delega (all’Enel) di Barbara La Rosa, dall’attivismo a 360 gradi di Mirko Mecozzi, che non perde occasione per piazzare parenti e amici propri o dei propri candidati alle elezioni tra interinali, articoli 90, o arrivare a “gestire” interi settori come nel caso del verde, dove dopo aver preteso che fosse tolto a Csp, in attesa della maxi gara da oltre 2 milioni, si è proceduto a colpi di affidamenti diretti da 150.000 e passa euro. Prima ad una ditta di Pomezia, che ha subito provveduto ad assumere amici degli amici indicati da qualche politico, poi alla ditta di famiglia di una ex candidata della Lega, oggi nell’orbita – guarda un po’ – della Lista Mecozzi, pardon Tedesco. E senza contare la gestione di Csp, con l’indicazione di Lungarini. E’ solo la punta dell’iceberg che ieri sera ha portato il leghista Dimitri Vitali a scrivere su Facebook parole che non hanno bisogno di commenti rispetto alla notizia “Centro del riuso, Tedesco e Magliani in visita: un successo di Lungarini e Csp”: «Le barzellette van
no in onda. Verrebbe da chiedersi che fine ha fatto il lavoro di alcuni consiglieri della Lega sul centro per il riuso».
L’estate bollente di Tedesco è solo all’inizio.
©RIPRODUZIONE RISERVATA