La denuncia di Stefano Crispu del comitato Emergenza abitativa «Otto persone sfrattate dai container: per loro nessuna casa popolare»
S. MARINELLA – “Per chi vive nei container a Santa Marinella non c’è nessuna casa popolare. Otto persone residenti in città, vivono da anni in sistemazioni provvisorie e ora, da qualche mese, sono state alloggiate all’interno di due container vicino al campo sportivo”. A parlare è Stefano Crispu, membro del Comitato per l’Emergenza Abitativa. “Ora – continua l’attivista – il Comune si accorge che la sistemazione alloggiativa è priva dei requisiti minimi di abitabilità. Sono persone perlopiù in precarie condizioni di salute che hanno bisogno di un alloggio adeguato ed assistenza domiciliare e non possono certo sopportare continui spostamenti di dimora. Naturalmente non arrivano gli alloggi dignitosi che chiediamo da anni per chi sta in graduatoria e per l’emergenza abitativa, invece, inaspettatamente, arriva la lettera- ultimatum dei servizi sociali per cui i container attualmente occupati devono essere sgomberati con la massima urgenza e gli occupanti sono invitati a trovarsi un altro alloggio. I servizi sociali forniscono pure l’elenco degli ostelli cui far domanda di ospitalità. In pratica, questo vuol dire per gli interessati, essere buttati sulla strada o trasferirsi altrove. Poiché non possono certo permettersi di pagare l’affitto di un appartamento, dovranno necessariamente trasferirsi in un altro Comune e abbandonare le occupazioni, le relazioni sociali, i punti di riferimento per un sostegno materiale e morale costruiti negli anni. A dire che il Comune spenderebbe più per l’ospitalità in una struttura sociale che per pagare l’affitto ad un privato, tenuto conto inoltre che arriveranno presto nelle casse comunali oltre 70mila euro di finanziamenti erogati col Decreto Sostegni bis da utilizzare anche per contributi affitto come in questi casi”. “Con l’allontanamento delle persone – conclude Crispu – per gli amministratori il problema sarebbe risolto e sparirebbe lo scandalo dei container, mentre per gli sgombrati continuerebbe il calvario. Gli ultimatum dell’ultima ora nei confronti di queste persone indifese, in stato di dipendenza e precarietà, non sono accettabili. Non possono essere messe in condizione di andare via e hanno diritto come tutti ad un alloggio dignitoso”.