Arte contemporanea eccezionalmente in mostra all’interno del Museo nazionale etrusco di Tarquinia
TARQUINIA – Tarquinia promuove l’arte con la mostra di arte contemporanea “Il dono della natura di Marcello Silvestri” a cura di Gianluca Marziani. Eccezionalmente il Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia ospita l’arte contemporanea per una fusione di culture che permette di attraversare il tempo e superare i confini.Il Comune di Tarquinia, in collaborazione con la direzione Regionale Musei Lazio e il Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia, rende quindi omaggio a Marcello Silvestri con una mostra tematica che ripercorre l’arco recente (2005-2020) della lunga carriera dell’artista. Il progetto, a cura di Gianluca Marziani, presenta una selezione di circa 40 opere che raccontano i paesaggi interiori dell’artista, le sue visioni trasversali, l’energia metaforica dei suoi simbolismi tra alchimie e culture arcaiche. L’esposizione è stata inaugurata giovedì e sarà visitabile fino al 5 settembre negli orari di apertura del Museo nazionale etrusco (9,00-19,00) diretto dalla dottoressa De Angelis che ha eccezionalmente accolto l’idea di ospitare questo evento e collaborare alla sua realizzazione con un allestimento in una sala appositamente dedicata (Sala n. 5, I° piano). L’inaugurazione è avvenuta alla presenza del Sindaco Alessandro Giulivi e dell’assessore alla Cultura Martina Tosoni, che hanno fortemente voluto realizzare questa iniziativa per la città di Tarquinia. «Un primo importante appuntamento, questo, di una lunga serie di attività connesse al mondo dell’arte che l’amministrazione comunale si sta impegnando a pianificare e programmare per dare il lustro che merita alla propria città – le parole di sindaco e assessora – terra nota nel mondo come culla dell’antica Etruria e scrigno della Tuscia». «La pittura di Silvestri – spiega il critico Gianluca Marziani – dialoga con le collezioni del Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia attorno ai temi metafisici che l’umanità italica vive da sempre nel suo Dna geografico e antropologico. Quando parliamo di dialoghi intendiamo un certo approccio dello sguardo, quel modo speciale di osservare la natura, captarne le regole crudeli, integrandosi con la dimensione ciclica delle stagioni. Un legame che diventa poetico e metaforico, per fortuna mai copiativo ma di pura ispirazione per alimentare la memoria con le tracce dello sguardo sul presente». «Alla fine – aggiunge Marziani – sono proprio gli sguardi sul paesaggio ad unire le genti italiche nel corso dei millenni, ricordandoci come la Natura sia sempre un dono, tanto oggi quanto duemila anni fa. Sguardi che diventano embrionali, senza inquinamento mondano, alimentati dal dialogo con un mondo che si assume l’onere della memoria primordiale, del rigore semantico con cui l’opera nasce “dentro” e “attraverso” la Natura”.