vertenza alitalia Nel piazzale del Comune il quinto consiglio straordinario sulla compagnia di bandiera «Fiumicino non si tocca»
FIUMICINO – Erano circa 400 i lavoratori di Alitalia in presidio davanti al Comune di Fiumicino dove ieri si è svolto il quinto Consiglio comunale straordinario dedicato proprio alla vertenza della compagnia ed al futuro di Ita.
Sulla facciata del palazzo comunale spiccava un maxi striscione: “Fiumicino non si tocca”. Tante le bandiere sindacali.
Presenti, tra gli altri, oltre al sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, preoccupato da tempo per il ridimensionamento previsto dal piano industriale di Ita che avrà «grandi conseguenze dal punto di vista occupazionale, economico e sociale soprattutto per la Città di Fiumicino», i rappresentanti di 18 sigle sindacali con delegazioni di lavoratori, il senatore della Lega William De Vecchis, il Senatore del Pd, Bruno Astorre, la senatrice Monica Cirinnà, l’assessore regionale al Lavoro, il deputato Stefano Fassina, Claudio di Berardino, la consigliera regionale Pd, Michela Califano.
«Gli 8mila esuberi pesano come un macigno sul territorio e sul Paese», ha detto in apertura la presidente del Consiglio comunale Alessandra Vona. Nutrito lo spiegamento di forze dell’ordine.
Dopo quasi tre ore di seduta, il Consiglio comunale si è concluso con l’approvazione, all’unanimità, di una mozione intitolata “Azioni per la salvaguardia delle lavoratrici e dei lavoratori ex Alitalia e dell’indotto e per il lancio della nuova compagnia di bandiera”.
La mozione impegna il sindaco e la giunta a:
-mettere in atto tutte le azioni possibili, nelle sedi opportune, per chiedere la riapertura delle trattative con i sindacati;
– sollecitare l’azione del Governo, proprietario di Ita, perché l’azienda attui il contratto collettivo nazionale al personale che assumerà;
– sollecitare l’azione del Governo per la programmazione di un piano industriale espansivo che punti al raggiungimento di una flotta in grado di competere con i grandi vettori europei e, di conseguenza, che possa riassorbire, nel tempo, l’attuale forza lavoro di Alitalia;
– chiedere al ministro competente la garanzia di ammortizzatori sociali adeguati a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori che non saranno assorbiti immediatamente da Ita e per tutto il tempo necessario alla loro riassunzione.
«Mi sarei aspettato dal Governo o da qualche ministro in particolare una convocazione per i sindacati anche e soprattutto sul piano di sviluppo, di prospettiva e non solo per gli ammortizzatori sociali», ha detto il sindaco Montino.
«Mi ha chiamato il ministro Orlando confermandomi che domani ci sarà l’incontro con i sindacati sugli ammortizzatori sociali, mi fa piacere: ma non basta, serve che si apra una discussione vera sul piano industriale e sul contratto collettivo nazionale», ha aggiunto il primo cittadino, ribadendo con forza le critiche al piano di Ita ed ad Altavilla.
Cuscito: «Si possono usare i soldi di stato per licenziare le persone? Per noi no»
«E’ necessaria una cabina di regia che non può essere solo con il ministero del Lavoro, ma con il ministero dello Sviluppo economico, il ministero delle Finanze, con Mims. Siamo arrivati alla fase finale in cui c’è da domandarsi: posso usare i soldi dello Stato per licenziare delle persone? La risposta è no. Ma l’unica risposta che ci viene fornita è un incontro con il ministero del Lavoro, il ministero che si occupa di evitare che questo avvenga», le parole del Segretario della Filt Cgil, Fabrizio Cuscito, dal palco allestito all’esterno del palazzetto comunale di Fiumicino.
«Noi siamo arrivati alla fine e non ci dovevamo arrivare – continua Cuscito – ma domani dobbiamo pretendere che a quel tavolo ci siamo anche gli altri ministeri. Sono stati invitati il ministero dello Sviluppo economico, Mims e ministero delle Finanze. Il tavolo domani diremo che non si apre sono sugli anni di ammortizzatori sociali. Noi chiederemo due cose: quale è la prospettiva del piano industriale di Ita, perché se usa gli ammortizzatori sociali -che sono soldi dello Stato- e quindi servono per ammortizzare una fase di difficoltà che posso avere all’inizio dell’attività della nuova compagnia, voglio anche sapere quale sviluppo che mi garantisce di utilizzarne di meno nei prossimi anni. C’è un piano che lo garantisce, oppure sono ammortizzatori che usiamo per poi ‘rottamare’ i lavoratori».
«Vorrei poi sapere dal ministero del Lavoro perché una compagnia che è sovvenzionata con i nostri soldi si può permettere di non applicare il contratto di lavoro – aggiunge Cuscito – e applicare un regolamento aziendale. Il ministero del Lavoro non è il ministero solo degli ammortizzatori sociali. Vorremo sapere se il ministro ha intenzione anche di convocare Ita, che deve venire al tavolo e deve spiegare davanti a tutti perché non applica il contratto collettivo nazionale e viola la legge».
«Noi non abbiamo chiuso il tavolo con Ita e non abbiamo sbattuto la porta in faccia a nessuno. Noi le manifestazioni le facciamo perché siamo stati costrette a farle. Vogliamo delle risposte e non sono fine a se stesse. Il problema è che c’è qualcuno che di fronte alle nostre richieste ha deciso di scappare, di sparire. Ha rifiutato tutte le nostre proposte. Si è chiuso a riccio nelle sue stanze e ha cominciato a fare le assunzioni del personale chiedendogli o la bora o la vita. O decidi di morire e non entrare in questa compagnia, o entri e mi dai metà dello stipendio», ha concluso il sindacalista.