IL COMMENTO AL VANGELO L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto
Don Ivan Leto*
L’insegnamento sul matrimonio si svolge in due momenti: uno in pubblico, davanti al popolo e alcuni farisei, e un altro in privato, solo con gli apostoli. La disputa con i farisei si formula in chiave d’interpretazione biblica. Il punto di partenza dei farisei è il testo di Dt 24,1 dove la legge di Mosè permette al marito di ripudiare la propria moglie (divorziare da lei, dandole un documento che la lascia libera (atto di ripudio).
Gesù risponde relativizzando questo passo (fa vedere loro che non si tratta di una legge definitiva, ma di una concessione temporale soggetta a determinate situazioni e formalità: la durezza di cuore degli uomini) e facendo riferimento a un testo fondante. In questo modo, riporta l’essere umano al principio della creazione: “maschio e femmina li creò” (Gn 1,27) e “i due saranno un’unica carne” (Gn 2,24).
La loro unione in “un’unica carne” (ebraismo che significa “in piena comunione”). Per questo Gesù sentenzia: “Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto” (Mc 10,9). Uomo e donna sono ugualmente responsabili del loro amore, nessuno dei due può imporre il proprio dominio sull’altro. Vivere la vita coniugale non è possedere l’altro n’è forgiarlo secondo le proprie aspettative (spesso frutto di egoismi personali) e quindi manifeste incapacità di ben amare.
*Don Ivan Leto
Parroco di San Gordiano
Diocesi Civitavecchia – Tarquinia